Dopo la pandemia, bambini sempre più pigri e in sovrappeso.
Un problema che mette seriamente a rischio la salute delle generazioni future. I chili di più, soprattutto in età pediatrica, non rappresentano soltanto un problema estetico ma possono determinare gravi danni alla salute presente e futura dei piccoli. L’obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da grande. Per di più aumentano gli under 12 affetti da patologie conseguenti all’obesità sinora sconosciute nell’infanzia come ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2. Colpa forse dell’ampia diffusione della dieta “occidentale” ricca di carne rossa, zuccheri semplici e grassi, alimenti che determinano una infiammazione metabolica cronica.
L’OBIETTIVO
È necessario intervenire per frenare il trend di crescita costante. Magari con una cura ad hoc: una dieta personalizzata. Se ne parlerà nel corso del 77° Congresso della Società Italiana di Pediatria che si svolgerà dal 18 al 21 maggio a Sorrento. L’idea nasce dal presupposto che i tentativi di modificare le abitudini alimentari nel corso della vita hanno effetto solo in una piccola percentuale di persone. Stare a dieta è difficile a tutte le età ma per i bambini è quasi impossibile. Per di più ogni individuo è diverso e, di conseguenza, un unico regime alimentare non va bene per tutti. La classica dieta, secondo i pediatri italiani, per i bimbi non è efficace. «Il concetto di nutrizione personalizzata parte dall’osservazione che persone che assumono pasti identici hanno una elevata variabilità nella risposta glicemica agli alimenti.
I DATI
Gli ultimi dati sull’obesità infantile preoccupano gli esperti. Un report sulla malnutrizione infantile condotto da Helpcode rivela che in Italia sono 100.000 i bambini tra i 6 e i 9 anni obesi o in sovrappeso con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%). “Un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici” sottolinea Giorgio Zagami, presidente di Helpcode Italia che con Fimp (Federazione italiana medici pediatri), Irccs Gaslini e università degli Studi di Genova ha sviluppato Onoi, Osservatorio dell’obesità Infantile in Italia. La conferma che l’Italia sia uno dei Paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile arriva dall’ultimo report di “Okkio alla salute” del ministero della Salute: su un campione di 50mila bambini di terza elementare il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. Ma a dover fare i conti con i chili di troppo sono i fanciulli di tutto il mondo: 1 su 5 è in sovrappeso o obeso. Per contrastare le malattie del benessere gli esperti chiedono un piano salute che promuova un’alimentazione corretta dall’infanzia all’età adulta.
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