La scommessa è provare a valorizzare le automazioni domotiche in un contesto clinico.
Una prospettiva inedita nel panorama sanitario internazionale, che ha convinto la Commissione Europea a finanziare il progetto nell’ambito del programma Horizon 2020. All’Ospedale IRCCS San Camillo del Lido di Venezia, Istituto specializzato nella neuroriabilitazione motoria, del linguaggio e degli aspetti cognitivi, infatti, è partita la sperimentazione di nuove tecnologie di intelligenza artificiale e sensoristica appunto domotica. Si concluderà nel 2024, coinvolgerà oltre 80 pazienti e ha l’obiettivo di valutare le potenzialità dell’utilizzo nei reparti di alcune tecnologie solitamente installate a casa. In particolare le innovazioni saranno testate nei cicli riabilitativi con l’obiettivo di aumentare l’accesso alle terapie e permettere una migliore presa in carico dei ricoverati. Si tratta dell’unico caso-pilota italiano ed è partito a febbraio 2021 con il supporto di “Nero Su Bianco”, società di consulenza specializzata nei progetti di innovazione e trasferimento tecnologico che nella fattispecie per HoSmartAI si occupa dell’analisi di impatto economico delle iniziative-pilota, per stabilire quali possano ambire al mercato italiano ed europeo e ottenere poi un nuovo finanziamento per la messa a regime dell’innovazione. Coinvolgendo alcune imprese venete, nello sviluppo della tecnologia. L’iniziativa si concentra sulla creazione di una stanza interattiva per la riabilitazione, inserendo sensori ambientali in grado di monitorare la terapia e raccogliere dati sulle attività cliniche, in modo da personalizzare le cure, rilevare se il malato conduce correttamente gli esercizi e monitorare il tempo per raggiungere gli obiettivi. È compreso pure un sistema di alert per rilevare pericoli e anomalie. Pazienti e fisioterapisti hanno collaborato con ingegneri e sviluppatori nella co-progettazione dei servizi HoSmartAI, facilitati da Enrico Dal Pozzo, project manager per il San Camillo. All’interno dello spazio sperimentale allestito al Laboratorio di Tecnologie per l’Innovazione Sanitaria, guidato dal dottor Pawel Kiper, i pazienti potranno dunque eseguire gli esercizi terapeutici monitorati da sensori e i più autonomi avranno la possibilità di recarsi nella stanza da soli per svolgere terapia in gruppo, aumentando così le ore di riabilitazione e consentendo l’accesso a un maggior numero di soggetti, a parità di personale impiegato.