Integratori alimentari, le giuste dosi di benessere. L'Istituto Superiore Sanità: non usarli in modo superficiale

Una mania per un italiano su tre. In testa, i probiotici. Silvio Garattini: «Pregiudizio diffuso è che il cibo non sopperisca al fabbisogno di nutrienti»

Integratori alimentari, le giuste dosi di benessere. L'Istituto Superiore Sanità: non usarli in modo superficiale
di Barbara Carbone
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Giovedì 9 Novembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:37

Tutti pazzi per gli integratori alimentari. Nell’era della rincorsa ossessiva al benessere fisico e mentale non basta più solo nutrirsi bene.

Dotare la dispensa di colorati barattolini (dai multivitaminici all’aiuto per dormire o drenare) pare essere diventata una mania per un italiano su tre. Una fetta di popolazione che, potendo permetterselo economicamente, fa guidare la salute nelle proprie scelte quotidiane. Per la pelle, l’ansia blanda, la dieta o la stanchezza. Detti anche complementi alimentari non possono vantare proprietà terapeutiche come un farmaco, ma aiutino a colmare eventuali carenze. Anche nutrizionali. I dati parlano chiaro: negli ultimi 10 anni le vendite sono aumentate del 60% passando dai 125 milioni di confezioni acquistate nel 2013 agli oltre 200 milioni nel 2023. Come rivela uno studio di “Integratori & Salute”, associazione parte di Unione Italiana Food.

I NUMERI

I più utilizzati sono i probiotici (microrganismi vivi, per lo più batteri e lieviti simili ai microbi “buoni” naturalmente presenti nel nostro tratto gastrointestinale) con 26,5 milioni di confezioni vendute (+40% rispetto al 2013). Seguono i sali minerali e le vitamine, rispettivamente con 14 e 13,1 milioni di confezioni vendute. Completano la “top five” i prodotti per la tosse e i lassativi con 11,8 milioni (+188%) e 11,3 milioni (+22%) di confezioni vendute. Numeri record anche per gli antiacidi e antireflusso (+205%), i prodotti per l’insonnia​ e il benessere mentale (+155%), le vitamine (+157%) e gli integratori per le funzioni immunitarie (+ 144%). «La legge impone che sull’etichetta degli integratori vi sia un dosaggio preciso di ciò che è contenuto nella confezione – informa l’Istituto Superiore di Sanità – soprattutto se si tratta di sostanze vegetali, frequentemente utilizzate in modo eccessivo e superficiale grazie all’idea diffusa che siano “sostanze naturali” e quindi non dannose. Un attento dosaggio è invece necessario, per limitare possibili controindicazioni o danni alla salute». Un pregiudizio comune è che il cibo di oggi non sia in grado di sopperire al fabbisogno quotidiano di nutrienti e che, quindi, vada integrato. «Il concetto di integrazione – commenta il Presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini – dà l’impressione di completezza, di un rimedio possibile all’idea che gli alimenti siano insufficienti ad assicurare la nostra funzionalità e, perciò, la nostra salute. Mai come in questi ultimi decenni, nei Paesi industrializzati vi è stata abbondanza di cibo, spesso, iperproteico e ipercalorico, che è poi alla base dell’obesità che si sta diffondendo». Chi è in cura per una neoplasia, ma anche chi soffre di patologie cardiovascolari o diabete, consulti sempre il medico prima di assumere integratori. Che vanno a sommarsi alla quotidiana terapia. L’integratore, da solo, non può bastare. Gli specialisti ricordano che pillole e fialette devono essere sempre accompagnate a uno stile di vita più possibile corretto. Dall’alimentazione all’attività sportiva. Non tutti gli integratori sono utili a rafforzare le difese immunitarie, eppure in questi dieci anni hanno registrato un boom di vendite pari al 144%. «Una nostra revisione di 200 studi su decine di composti ha dimostrato che solo pochi hanno un effetto booster sul sistema immunitario e soltanto su consiglio medico e se affiancati a una dieta equilibrata e a una regolare attività fisica. Non possono sostituire i vaccini», spiega Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs ed ex presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, autore di una revisione sul ruolo dei nutrienti e degli integratori dietetici negli anziani con long-Covid.

Tra le evidenze più solide nella ricerca sostenuta in parte dal ministero della Salute e pubblicata su Clinics in Geriatric Medicine, emerge il mix di arginina e vitamina C e la bromelina. «L’arginina – aggiunge – è un aminoacido prodotto dall’organismo che stimola l’ossido nitrico, enzima chiave per una corretta funzione immunitaria e vascolare».

IL MERCATO

 «Il nostro Paese è leader europeo in questo mercato, coprendo abbondantemente il 29% del valore totale dello stesso che in Europa supera i 13 miliardi di euro – spiega Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute – Gli ultimi 10 anni hanno visto crescere una maggiore attenzione alla salute. Il consumatore oggi si informa, ha aumentato la regolarità di assunzione degli integratori. Riteniamo opportuno ricordare sempre che la loro principale funzione non è quella di curare le malattie ma di avere un effetto metabolico per mantenere in efficienza il nostro sistema fisiologico». 

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