Mancano ambulanze, medici e infermieri: il 118 in emergenza

Mario Balzanelli, presidente del sistema emergenza, urgenza 118: solo una provincia su 3 ha mezzi e organici adeguati

Mancano ambulanze, medici e infermieri: il 118 in emergenza
di Mario Balzanelli
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 07:39

Solo una provincia italiana su tre può contare su ambulanze in grado di svolgere il servizio nei tempi previsti e con un medico a bordo, ne servirebbero cioè altre 716 a livello nazionale secondo le stime del Sistema di emergenza urgenza 118.

Obiettivo dell’analisi è fornire un punto di partenza accurato per implementare la dotazione organica del personale sanitario. Lo studio è stato condotto prendendo in esame tutte le province italiane, suddivise per regione e considerandone numero abitanti, estensione in chilometri quadrati, densità abitativa, numero di Comuni. L’ipotesi iniziale era di dotare ciascuna provincia di un mezzo di soccorso con medico a bordo ogni 60.000 abitanti e di un mezzo con infermiere a bordo ogni 30.000 abitanti: alla luce di questi elementi emerge un fabbisogno pari a 1.028 ambulanze con medico a bordo e 2.017 con infermieri a bordo. Considerando, poi, che per garantire il servizio h24, 7 giorni su 7, sarebbero necessari 6 medici e 6 infermieri per le ambulanze con medico a bordo e di 6 infermieri per le altre, si arriva a prevedere una dotazione organica minima in Italia di 6.168 medici e 18.270 infermieri.

Su questa base l’analisi ha quindi considerato i tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso, su un territorio disomogeneo come quello italiano dal punto di vista geografico (il 42% è montuoso, il 40% collinare e il 18% pianeggiante), sia dal punto di vista demografico (si va dai 35 abitanti per chilometro quadrato a Nuoro ai quasi 2.000 di Milano).

Si è stabilito quindi in 8 minuti il massimo del tempo che deve trascorrere dal momento della chiamata all’arrivo per i codici rossi e gialli, con una velocità media di percorrenza di 60 chilometri orari. Alla luce di questi fattori, emerge che solo il 33% delle province italiane ha un’adeguata copertura tempo dipendente da parte di un team medicalizzato, mentre solo il 67% sarebbe servito nei tempi imposti dal legislatore da un team infermierizzato. Di conseguenza, per poter garantire il corretto e tempestivo soccorso, le 1.028 ambulanze con medico a bordo dovrebbero aumentare di 716 unità, per un totale di 1.744; le 2.017 con infermieri a bordo dovrebbero aumentare di 354 per un totale di 2.371. L’organico dei medici dovrebbe essere di 10.464 e quello degli infermieri pari a 24.690. È importante ricordare il rischio oggettivo a cui vanno incontro gli operatori del 118. Andando ad alta velocità per fare presto e salvare una vita in più. Siamo oggettivamente esposti a un rischio ambientale e a rischi anche mortali, come dimostra in tutta la sua drammaticità l’incidente che è avvenuto a Urbino gli ultimi giorni di dicembre tra un bus e un’ambulanza. Morti i quattro occupanti del mezzo sanitario. Tutto questo deve essere riconosciuto sul piano di un’indennità specifica di rischio ambientale. L’abbiamo sollecitato ad alta voce a diversi governi, a più riprese. È dal 2017 che incessantemente chiediamo che venga riconosciuto questo rischio ambientale e di morte a cui non è soggetto nessuno dei nostri colleghi ospedalieri. Perché noi siamo quelli che corrono sotto la pioggia o con la neve, che scendono nelle scarpate, si arrampicano sulle montagne, si calano dai verricelli degli elicotteri. Eppure non siamo stati mai presi in considerazione. Ogni qualvolta si è trattato di riconoscere agli operatori della sanità un’incentivazione siamo stati ignorati. Va ricordato che negli ultimi tempi abbiamo fronteggiato Covid, influenza ed emergenze varie. A dicembre le chiamate al 118 sono aumentate del 15% rispetto a novembre. Il boom c’è stato soprattutto a Natale: dal 23 al 26 dicembre le richieste di soccorso sono cresciute del 40%, con punte di più 80% in alcune aree del Paese. In queste settimane i pronto soccorso scoppiano e fuori si rivedono le file di ambulanze, con a bordo i pazienti in attesa di essere assistiti e curati. Questo determina il blocco della flotta di mezzi operativi, che arrivano in ospedale, si mettono in fila indiana e lì restano per un tempo indefinito, sottratto alla gestione di altre emergenze. Con il passare delle ore i sistemi 118 si ritrovano progressivamente con un numero di ambulanze via via inferiore, è un circolo vizioso che non può essere certo consentito.

*Presidente Sistema emergenza urgenza 118 

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