«Il buon senso - aggiunge l'esperto - inizia a tavola. I dati mostrano che gli italiani sono un popolo che mangia bene, il tasso di obesità è uno dei più bassi delle nazioni sviluppate. Questo si riflette in parte anche sulla salute. Parlando di uomini, però, bisognerebbe diffondere una maggiore cultura andrologica in grado di aiutare il maschio a prendersi cura di se stesso attraverso controlli periodici e il ricorso precoce all'andrologo quando compaiono i primi sintomi».
«Possiamo ipotizzare - conferma Franco - che un mix di made in Italy tra una dieta Mediterranea e il farmaco italiano uscito sul mercato da un anno che è un inibitore della fosfodiesterasi, l'Avanafil, diano buoni risultati combinati. In generale il mschio italiano si cura, ma ancora c'è molto da lavorare sui disturbi andrologici: ancora oggi il lasso di tempo da quando il paziente avverte i disturbi e va dal medico è lungo, si aprla di uno due anni,ma qui ancora ci sono dei problemi culturali da superare»
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