Vaccino, ecco quando arriverà: in Italia il 15 gennaio, l'Ema anticipa il via libera. Primo lotto da 3,4 milioni di dosi

Vaccino in Italia il 15 gennaio, l'Ema anticipa il via libera: primo lotto da 3,4 milioni di dosi
di Ettore Mautone
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Domenica 6 Dicembre 2020, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 01:12

Vaccino contro Covid-19: le tappe di avvicinamento dell’Italia alla consegna, da parte di Pfizer, del primo contingente di 3,4 milioni di fiale da somministrare in doppia dose a 1,7 milioni di persone (sul totale opzionato dall’Italia dal colosso americano di 26,9 milioni) potrebbero guadagnare una settimana di tempo rispetto a quanto programmato e anticipare così al 15 anziché al 22 gennaio del 2021 il via libera alla distribuzione alle regioni. Il ruolino di marcia ufficiale, su cui sono accesi da giorni i fari a Bruxelles, prevede che l’Ema, l’ente regolatorio europeo per i farmaci, si riunisca il 29 dicembre.

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Palla alle agenzie del farnaco

Bruciando tutte le tappe amministrative nei due successivi giorni dovrebbe arrivare il via libera all’autorizzazione all’immissione in commercio.

Dopo Capodanno si dovranno tuttavia attendere un altro paio di giorni per perfezionare la procedura negli uffici di Bruxelles. Da lunedì 4 gennaio del 2021 dunque la palla passerà alle agenzie del farmaco dei vari Paesi europei. In Italia c’è l’Aifa che quindi prima dell’epifania potrà istruire la pratica che la riguarda licenziandola la settimana successiva. Andrà poi perfezionato l’ordine nei successivi 10-12 giorni e infine Pfizer dovrebbe consegnare i vaccini nei luoghi indicati dall’Italia rispettando la filiera del freddo (a -78 gradi). 

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La distribuzione

La distribuzione del primo lotto di dosi da assegnare e somministrare alle prime categorie da vaccinare (operatori sanitari e anziani delle Rsa) dovrebbe dunque arrivare intorno al 22 gennaio. Se invece, come pare, la prima riunione dell’Ema sarà anticipata al 22 di questo mese, tutte le tappe guadagneranno una settimana arrivando al 15 gennaio per la distribuzione. In questa prima fase la somministrazione si farà solo in ospedale e, tramite unità mobili, a operatori e ospiti delle Rsa. La caratteristiche di consegna di questo primo vaccino prevedono - come informa il commissario straordinario Domenico Arcuri - per garantire la sua integrità, che questo sia esclusivamente consegnato dal fornitore direttamente ad ogni punto di somministrazione (in apposite borse contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna). Le caratteristiche di conservazione, inoltre, prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore e sei mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura di -75 gradi.

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Le dosi

L’Italia ha in totale opzionato 202,573 milioni di dosi a Pfitzer, Moderna e altre case farmaceutiche. Di queste 10,8 sono fornite dalla Moderna che nella prima fase ne assicura 1,3 milioni. L’iter per l’autorizzazione di questo lotto impegnerà nuovamente l’Ema che si riunirà in questo secondo iter il 12 gennaio. La consegna è dunque prevista entro un mese, agli inizi di febbraio, partendo direttamente dallo scalo dell’Aeronautica militare di Pratica di Mare. «Sarà più urgente vaccinare chi non ha avuto il Covid - ha spiegato Arcuri - perché non ne è immune. Per chi lo ha avuto invece bisognerà valutare il periodo di immunità». Se dunque emergerà un calo degli anticorpi saranno vaccinati anche loro. «Ma non saranno i primi e neppure i secondi». Riguardo ai migranti: «Hanno diritti uguali a quelli dei cittadini italiani». I punti individuati per la somministrazione del vaccino Pfizer saranno 300 presidi ospedalieri.

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Campania, piano già trasmesso

In Campania il piano è stato già trasmesso nei giorni scorsi al Ministero. Frigoriferi idonei sono presenti a Battipaglia e all’Istituto Zooprofilattico di Portici e nei policlinici presso i centri di oncoematologia. La Soresa, la centrale unica di acquisto regionale, ha già fatto partire l’ordine per frigoriferi più piccoli di cui dotare tutti gli ospedali. Ad essere impegnata nella fase di distribuzione e somministrazione degli altri vaccini opzionati (AstraZeneca, J&J, Sanofi/GSK, Curevac che presumibilmente non avranno gli stessi vincoli di temperature da rispettare) sarà la rete dei medici di famiglia e dei centri vaccinali dei distretti ma l’impianto distributivo organizzato per i primi lotti tornerà di certo utile ed è previsto anche il reclutamento di unità professionalizzate, tra infermieri e medici, che possano aiutare nella campagna di vaccinazione.

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La situazione di emergenza e la necessità di accelerare i tempi per poter avere a disposizione dei vaccini sicuri ed efficaci hanno reso necessario il ricorso a procedure del tutto innovative; per tale motivo, parallelamente alla realizzazione degli studi pre-clinici e di quelli clinici di fase I, II e III, si è avviata la preparazione della produzione su scala industriale, ai fini della distribuzione commerciale che però non può aver luogo prima che le Agenzie regolatorie (per l’Europa l’Ema) abbiano compiuto i necessari approfondimenti in corso atti a garantire la sicurezza e l’efficacia. 
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