Tosse secca o grassa? Dal Covid al reflusso, ecco come riconoscere i sintomi

Tosse secca o grassa? Dal Covid al reflusso, ecco come riconoscere i sintomi
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:05

In tempi di pandemia non c'è cosa più allarmante che tossire o sentire tossire. Il primo pensiero va, infatti, al Covid-19. In effetti gli studi indicano che nell'80% delle infezioni da Sars-CoV-2 è presente la tosse. Ma la verità è che ci possono essere molte altre ragioni diverse dietro questo comunissimo sintomo. Spesso ci sono delle piccole sfumature che possono aiutarci a risalire all'origine della tosse. Basta saperle distinguere.
La tosse è innocua, anzi una preziosa alleata, quando svolge la sua azione di pulizia delle vie aeree: il getto di aria ad alta velocità viene usato per eliminare dalle vie respiratorie sia le secrezioni catarrali in eccesso, sia eventuali elementi estranei, come la polvere. Normalmente un individuo sano può avere qualche colpo di tosse durante la giornata che può verificarsi sporadicamente mentre mangia o durante l'inspirazione di inquinanti ambientali o odori intensi. La tosse però può essere un importante campanello d'allarme di patologie più o meno gravi. In caso di Covid-19 la tosse è prevalentemente secca, irritativa, persistente e si accompagna a un respiro corto, febbre e dolori muscolari.

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LA TRACHEA
Invece, la tosse da raffreddamento o da bronchite semplice, invece, è grassa, cioè caratterizzata dalla presenza di muco. La tosse può essere anche un sintomo di reflusso gastroesofageo: la risalita di materiale acido dallo stomaco verso l'esofago e quindi la trachea, può portare a un'irritazione cronica e anche marcata delle mucose delle vie aeree superiori.
L'allarme dovrebbe invece scattare in presenza di una forte tosse, insistente e persistente, accompagnata da produzione di muco abbondante.
In questo caso si potrebbe essere di fronte a una bronchite, acuta o cronica. La bronchite acuta, di solito di origine virale o batterica, è una vera e propria infezione dei bronchi ed è costantemente segnalata dalla presenza di tosse insistente. Questo tipo di tosse deve essere esaminato prima di tutto dal medico di famiglia che saprà valutare, mediante una visita o eventualmente una radiografia del torace, la necessità di specifiche terapie, sia sintomatiche che anti-infettive. Con caratteristiche simili alle precedenti, la tosse può essere il sintomo di una polmonite o di un'infezione della pleura che riveste il polmone, appunto la pleurite.
Capitolo a parte è la tosse cronica.

Una condizione che a lungo andare porta con sé notevoli conseguenze sociali, psicologiche e fisiche per il paziente: insonnia, depressione, ansia, imbarazzo e autoisolamento. Parliamo del 5-10% della popolazione. «Già prima della pandemia - fa sapere Filomena Bugliaro coordinatore attività Federasma e allergie onlus ad una tavola rotonda-focus sulla tosse - assistevamo a scene in cui le persone che tossivano erano isolate. Oggi tutto questo è esasperato e i pazienti vivono una situazione di ansia e stesse grave».


GLI ESAMI
«Quando parliamo di tosse cronica - spiega Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia si fa riferimento a una tosse che persiste per più di 8 settimane. Nella sua variante refrattaria, essa perdura nonostante la causa sia stata verosimilmente trattata in modo ottimale. Si parla, invece, di tosse cronica idiopatica quando il disturbo rimane senza spiegazione, nonostante il paziente sia stato sottoposto a tutte le indagini diagnostiche».

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