È facilmente sovrapponibile e si presta alla confusione, del resto i sintomi sono pressoché gli stessi: febbre alta, dolori muscolari, mal di gola. Si pensa sia influenza e invece è Covid-19. La variante Omicron-2 da settimane sta circolando con maggiore virulenza e il numero dei casi - nonostante da qualche giorno i nuovi positivi siano in diminuzione - lo ha dimostrato. Ma succede anche che, come sottolineano i medici di famiglia, diversi positivi sfuggano al controllo in ragione di un “ritardo” sulla diagnostica. Capita in sostanza che una persona con febbre alta e mal di gola decida il medesimo giorno in cui compaiono i sintomi di fare un tampone rapido dal medico, in farmacia o a casa con i kit “fai-da-te”. Ebbene, la provetta dà esito negativo: quel paziente con i sintomi che possono essere tanto riconducibili all’influenza quanto al Sars-Cov-2 non è positivo al Covid-19. In realtà lo è eccome ma lo scoprirà soltanto dopo 36-48 ore sempre che, preoccupato, si sottoponga ad un nuovo tampone.
L’andamento
«In questi giorni - spiega Alberto Chiriatti, vice segretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale - stiamo assistendo a questo fenomeno, ovvero pazienti con sintomatologia acclarata da Covid-19 che risultato negativi in prima battuta ad un test rapido ma che invece sono positivi dopo un secondo test anche a distanza di 48 ore e più generalmente possiamo dire che 9 casi su 10 di chi pensa abbia preso l’influenza si dimostra poi positivo al coronavirus».
La giornata
Ieri i casi nel Lazio erano scesi: 4.418, quasi 3 mila in meno sul giorno precedente ma nel fine settimana il calo è fisiologico anche in ragione del minor numero di tamponi processati. Salgono invece i ricoveri ordinari, 1.158 totali (21 in più su domenica). Non si tratta solo di nuovi ingressi ma anche di trasferimenti di pazienti da un reparto a quello Covid.
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