7 maggio 1954 La Corte d'Appello stabilisce che l'attentato di via Rasella fu «un atto di guerra»

7 maggio 1954 La Corte d'Appello stabilisce che l'attentato di via Rasella fu «un atto di guerra»
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Domenica 3 Maggio 2015, 15:09 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 11:49
A Roma, la Corte d’appello ribadisce la natura di atto di guerra dell’attentato di via Rasella, costato la vita a 33 nazisti, che aveva dato luogo alla rappresaglia delle Fosse ardeatine, con l’eccidio di 334 civili.

L'attentato di via Rasella fu un'azione della Resistenza romana condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) contro un reparto delle truppe d'occupazione tedesche, l'11ª compagnia del III battaglione del Polizeiregiment "Bozen", appartenente alla Ordnungspolizei (polizia d'ordinanza).



L'azione, consistente nella detonazione di un ordigno esplosivo e nel successivo lancio di quattro bombe a mano artigianali sui superstiti, causò la morte di 33 soldati tedeschi (il numero dei decessi avvenuti nelle settimane successive a causa delle ferite non è mai stato definito con certezza) e di due civili italiani (tra cui il bambino Piero Zuccheretti, di 12 anni), mentre almeno altri quattro caddero sotto il fuoco di reazione tedesco. Il 24 marzo seguì la rappresaglia tedesca consumata con l'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei all'azione gappista, tra cui dieci civili rastrellati nelle vicinanze di via Rasella immediatamente dopo i fatti.