20 settembre 1870: lo Stato laico rivendica la propria modernità

di Mario Ajello
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Sabato 3 Novembre 2018, 11:07
Un tour turistico della laicità non può che fare tappa il 20 settembre. Crollò allora, nel 1870, a Porta Pia, l’ultima trincea della più assolutistica e anti-moderna concezione del potere e della società, quella della Chiesa. Ma la festa del 20 settembre non ha avuto vita facile. E’ soltanto nel 1895, per volere di Francesco Crispi, che quel giorno fu dichiarato festività nazionale. E rimase in vigore fino al 1930, quando Benito Mussolini, in ossequio ai Patti Lateranensi, la abolì. Secondo questo ragionamento: «Non unisce l’anima nazionale, maanzi in talune occasioni ha potuto dividerla acerbamente tra opposte fazioni». Da allora, non è stato più ripristinato tra le solennità civili il 20 settembre.
Anche se rimane un giorno di ricordi e di celebrazioni quello dell’ingresso delle truppe italiane a Roma. Il Pci non vi ha mai voluto insistere, in quanto è stato pur sempre il partito togliattiano dell’inclusione del Concordato nella Costituzione. Il Psi si è fatto scavalcare dai Radicali, veri paladini del 20 settembre. Per non dire dei democristiani o degli oltranzisti cattolici che in passato mettevano il lutto in quella giornata. E pensare che Edmondo De Amicis così lo definì: «E’ il giorno di una nuova vita; è sublime ». E ancora oggi, non si può non essere deamicisiani.
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