Massacra un 15enne e poi patteggia 10 mesi (con pena sospesa). La famiglia della vittima: «Questa non è giustizia»

Il pestaggio a dicembre del 2020. Il ragazzino di nuovo operato alla testa il 9 settembre scorso

Massacra un 15enne e poi patteggia. La famiglia: «Questa non è giustizia»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 20 Settembre 2022, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 17:47

L'ultimo intervento chirurgico risale solo a pochi giorni fa ma questa è una storia datata 2020. Due anni interi e delle ferite che sembrano inguaribili per un ragazzino di soli 15anni che a dicembre del 2020 fu massacrato selvaggiamente da un coetaneo per futili motivi. Il caso fu cristallizzato e l'aggressore fermato. Ma quest'ultimo a fronte del patteggiamento è stato condannato lo scorso giugno a dieci mesi con pena sospesa e la famiglia della vittima grida allo scandalo. I genitori del 15enne infatti non hanno accettato la chiusura del caso considerati i postumi che proprio quel pestaggio ha lasciato sul corpo del figlio.

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LA DINAMICA
Diversi interventi chirurgici, l'ultimo solo alcuni giorni fa, e una ripresa che stenta a materializzarsi impedendo di fatto al ragazzino di tornare ad una vita serena.

L'aggressione divampò per futili motivi alla Romanina, il ragazzino fu picchiato con calci e pugni al volto da un uomo che non conosceva e che era in compagnia di un gruppo di cinque amici. Il caso, dopo l'intervento delle forze dell'ordine e dei sanitari, che furono allertati da alcuni passanti, fu rubricato come rissa per futili motivi e anche gli accertamenti successivi esclusero che potessero esserci dei pregressi tali da far scattare quella feroce aggressione. Si trattava di un vero e proprio pestaggio a cui pure gli amici dell'aggressore non posero fine. Si limitarono a restare lì mentre il ragazzino quasi agonizzava a terra. «Per il mio assistito - racconta l'avvocato Maria Nellina Spataro all'Adnkronos - dal giorno dell'aggressione è iniziato un vero e proprio calvario. Le gravissime lesioni subite hanno indotto i sanitari dell'ospedale Bambino Gesù ad intervenire chirurgicamente per inserire delle placche in titanio riportando una prognosi di 30 giorni, salvo complicazioni». E la famiglia, che ha definito la sentenza «ingiusta e scandalosa» auspica adesso che possa essere rivista attraverso un'impugnazione della Procura in Corte di Cassazione.


LE COMPLICAZIONI
I genitori in sostanza non hanno accettato l'esito del procedimento perché a loro dire il figlio ancora non è stato in grado di superare non solo lo choc ma anche i postumi delle ferite inferte. «Le complicazioni - prosegue il legale - si sono immediatamente manifestate e protratte a lungo. A distanza di due anni, il 9 settembre scorso il ragazzo è stato sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico al cranio. Ma nonostante la gravità dei fatti, legati da una incomprensibile crudeltà, l'ufficio del pubblico ministero ha qualificato il fatto giuridico come lesioni personali sulla scorta delle iniziali conclusioni addotte dal consulente tecnico». Grazie a questa consulenza - sostiene oggi la difesa del 15enne - l'aggressore ha potuto patteggiare portando il tribunale monocratico a ritenere inammissibile la richiesta di costituzione di parte civile delle persone offese. Ora la famiglia spera soltanto che il figlia possa riprendersi completamente anche se non escluso che le conseguenze possano restare indelebili. Allo stesso tempo i genitori si sono impegnati a portare avanti quella che a loro dire è una battaglia. I cui risvolti al momento restano sconosciuti.
 

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