Era il giugno di 130 anni fa e Roma si era messa alle spalle una stagione terribile. Una bruttissima malattia di cui oggi non sappiamo molto, le autorità sanitarie la chiamavano genericamente influenza. Era un virus respiratorio probabilmente partito dall’Asia, che attaccava i polmoni e che in molti casi provocava la morte. Cose che succedevano in quei tempi tanto lontani da noi. Con la primavera però il virus se ne andò, e i romani ritrovarono la voglia di vivere. A segnare la rinascita, la ripartenza della città fu soprattutto un giorno, anzi una notte in cui la gente di Roma si ritrovò di nuovo unita e spensierata, all’aperto, alla luce delle lanterne: nella notte tra il 23 e il 24 giugno, la notte di San Giovanni, la popolazione della Capitale si radunò sui prati intorno alla basilica intitolata al Battista. Oggi lo definiremmo un flash mob. Un evento in particolare attirò la folla: una gara musicale, il primo concorso canoro nella storia di Roma, un festival che per molti decenni è rimasto un appuntamento fisso ed è stato la fabbrica principale della canzone romana. È lì che sono nati quasi tutti i motivi più noti della tradizione cittadina, quelli che ancora oggi si conoscono e si cantano ovunque.
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