Sotto l’ombrellone, pensando al terrorismo

di Raffaella Troili
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Mercoledì 20 Luglio 2016, 00:05
Ascolto i discorsi dei vicini di ombrellone e scopro che ognuno di loro ha la soluzione per sconfiggere Isis. Però, complimenti
@Claire317X

Ho pensato che «due versetti del Corano vorrei impararli». Pascal in riva al mare confabula con la moglie che pratica risponde «ma prima dobbiamo imparare l’arabo!» Chiacchiere da spiaggia che quest’anno fanno riflettere e non sorridere, che ti lasciano un dolore al centro dello stomaco come lo strascico di un pugno preso a sorpresa, come se la paura degli altri corresse più veloce e lucida, vedi non ci avevo pensato, che ingenua... Confidenze sotto l’ombrellone che non è più tempo per archiviare come psicosi, ci sono famiglie in partenza, adulti alla vigilia di viaggi di lavoro, una vita da rimodulare perché il cinema, il centro commerciale, la stazione, ogni possibile luogo a rischio attentati è stato sdoganato, metabolizzato, rimosso, evitato; anche le mete turistiche hanno subìto aggiustamenti, meglio tenersi alla larga da quella nazione e da quelle spiagge pure. Più sicura la montagna del mare, l’auto (!) dell’aereo. Soprattutto, la violenza che ora davvero s’avverte è anche un senso di libertà limitato, non siamo cittadini del mondo, e nemmeno dell’Europa. E non andiamo dove vogliamo ma dove forse è più sicuro, il pericolo è in incontrollabile, passa per l’Italia, colpisce a Nizza, porta un padre di famiglia a trovare quel mezzo escamotage, «io qualche passo del Corano me lo imparo». E poi forse proverà a insegnarlo ai figli, una recita a memoria per salvare la pelle. Se non siamo in guerra, poco ci manca.
raffaella.troili@ilmessaggero.it
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