Ciao Anita, hai donato a Roma il tuo fascino

di Maria Lombardi
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Venerdì 16 Gennaio 2015, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 00:16
Se ne è andata Anita e la Dolce Vita è definitivamente finita

@ilpaologiordano Roma è nata con un mito e di miti è vissuta, non essendone quasi mai all'altezza. Con Anita Ekberg se ne è andata l'ultima illusione, quella di un tempo dolce e carico di promesse, di anni spavaldi e felicemente ubriachi, della rinascita di una città che il mondo tornava a guardare.



Ma era davvero così dolce quella vita? Lo era per pochissimi, i paparazzati, per i tanti era poco più che una fortunata intuizione artistica, uno slogan. Quel che conta è che Roma in quell'epoca era riuscita a creare un sogno, semplice e grandioso, e di nuovo faceva innamorare. Un piccolo miracolo che non si è ripetuto. I sogni non si costruiscono e non si promuovono. Volano da soli, quello lì volava su un'immagine da subito immortale: la danza nell'acqua di Anita sullo sfondo della fontana di Trevi così perfetta e vuota da sembrare dipinta.



La foto è tornata nella piazza per ricordare la diva e quel tempo patinato. Ci ha riprovato Roma recentemente a rivendere all'estero la sua grande bellezza, non è stata altrettanto fascinosa, troppo contaminata e decadente. E adesso non ci sono in giro che fantasmi di cui vergognarsi, leggende rimaneggiate e prestate alle peggiori cause, icone imbarazzanti. Il mondo di mezzo fa sognare solo i lestofanti, là si lucra e basta sfruttando le disgrazie, le promesse hanno un prezzo. Dalla dolce vita alla malavita, e chissà quanto ci vorrà per liberarsi da questo marchio. E allora, non avendone altri, teniamocelo ancora stretto quel mito, ringraziamo Anita per avergli donato la sua bellezza. Lei meritava un saluto più affettuoso di non un funerale deserto.



maria.lombardi@ilmessaggero.it