Troppi rumori dal locale, i residenti versano acido sui clienti: ferito un giovane

L’episodio al Mashroom di San Paolo: da uno dei balconi un vicino ha lanciato il liquido. I gestori hanno sporto denuncia contro ignoti

Troppi rumori dal locale, i residenti versano acido sui clienti: ferito un giovane
di Federica Pozzi
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Martedì 2 Gennaio 2024, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 15:48

Un anno di “dispetti”: banane, patate, uova, piombini sparati con la pistola, urina. E lo scorso 28 dicembre acido muriatico misto a candeggina. È quanto lanciato da alcuni residenti sui clienti seduti ai tavolini esterni del “Mashroom”, locale che si trova in zona San Paolo, in via Pietro Giordani 19. Fino ad ora nessuno si era fatto male ma la scorsa settimana un ragazzo di 24 anni è rimasto ferito ad un occhio dal lancio del liquido corrosivo ed è stato costretto ad andare in pronto soccorso. I proprietari del tank bar hanno sporto denuncia contro ignoti, come soliti fare dopo ogni gesto di questo tipo ma non ne possono più. «Abbiamo sporto circa 10 denunce per episodi simili e ricevuto 97 controlli da parte delle forze dell’ordine per le segnalazioni che ci venivano fatte, di cui solo due andate a buon fine per schiamazzi», spiega Alessandro Fadda, uno dei soci.

LE SEGNALAZIONI

Il Mashroom è un tank bar, un’iniziativa innovativa in Italia che nasce un anno fa grazie a un bando europeo.

Si tratta di un luogo in cui viene spillata la birra che viene prodotta direttamente nel locale. «Abbiamo aperto un anno fa», spiega Fadda, «da subito il condominio che abbiamo sopra ci ha fatto la guerra e all’inizio non capivamo il motivo». Poi finalmente viene a galla la verità: «il condominio da decenni sta cercando di riprendersi l’area esterna che noi abbiamo affittato insieme al locale e cerca di renderci la vita impossibile sia con esposti continui, anche nei giorni in cui siamo chiusi, sia lanciando qualsiasi cosa dai terrazzi sui clienti». La proprietà, spiega, ha cercato di fare di tutto per andare incontro ai condomini, come decidere di chiudere un’ora prima durante la settimana o spostare i motori dei condizionatori che causavano un forte rumore proprio sulle pareti comunicanti con alcune abitazioni. 

LA VENDETTA

Per questo, la situazione ha iniziato ad essere più distesa ma «continuano ad esserci un paio di condomini che sistematicamente, tra le 23 e mezzanotte, fanno esposti», continua il titolare. La situazione il 28 sera è però degenerata, con il lancio, da uno dei balconi che si trovano proprio sopra allo spazio esterno del locale, di un misto tra acido muriatico e candeggina. «Il giorno prima c’ero io con mia moglie e mio figlio a quel tavolo», dice Fadda che sottolinea come «nel locale vengono anche famiglie, non solo ragazzi, e se fosse successo a un bambino?». «Arrampicandoci con le scale per vedere i danni fatti agli ombrelloni abbiamo visto che anche il balcone del primo piano era stato preso dall’ acido quindi il lancio dovrebbe essere avvenuto presumibilmente dal secondo al sesto piano». Diversi clienti sono stati presi dalla sostanza corrosiva, ma ad avere la peggio è stato un ragazzo di 24 anni che ha riportato un’ustione ad un occhio. .

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LA RABBIA

I proprietari, tutti giovani e fieri del loro progetto, non ne possono più. «Siamo diventati un punto di riferimento nella zona, ci conosciamo tutti, garantiamo anche la pulizia delle strade oltre al fatto che da quando ci siamo noi siamo un deterrente per persone poco raccomandabili come quelle che prima frequentavano questa strada», racconta Alessandro che mostra grande riconoscenza nei confronti dei tanti residenti che, nei 15 giorni di chiusura forzata a causa di uno dei tanti esposti per schiamazzi, «hanno comprato birre che poi gli abbiamo dato quando abbiamo potuto riaprire per sostenerci economicamente, è stata una cosa bellissima e inaspettata». L’ennesimo gesto, quello della scorsa settimana, che ha costretto il locale a prendere ulteriori provvedimenti come quello di non far più chiudere il locale ai dipendenti da soli, soprattutto alle ragazze. «Una cosa assurda nel 2023, non siamo più liberi di lavorare in santa pace», conclude Fadda. 
 

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