Roma, appello del premier: «Torni la vetrina del Paese»

Roma, appello del premier: «Torni la vetrina del Paese»
di Simone Canettieri
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Sabato 29 Dicembre 2018, 08:45

Commissariare la Capitale «è una provocazione», dice il premier Giuseppe Conte che però, allo stesso tempo, prende le distanze dal caos rifiuti che inonda Roma in quanto «il governo non ha responsabilità diretta». In mezzo a questa fisarmonica c'è appunto Virginia Raggi che continua a trovarsi alle prese con le critiche dei residenti per i cassonetti stracolmi, alle quali si aggiungono gli strali degli osservatori internazionali per la situazione in cui versa l'Urbe.

LO SCENARIO
Il quadro è ben chiaro a Palazzo Chigi, preoccupato per le ricadute d'immagine della Capitale. Ecco perché durante la conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio è tornato a invocare «poteri sagomati» per l'amministrazione. Il modello è quello della città-regione. Tipo: Berlino. Da gennaio dovrebbe partire l'interlocuzione tra il Campidoglio e Governo per iniziare a mettere in fila le priorità: si inizia dai trasporti per gestire direttamente i fondi.

In questo scenario, Raggi da giorni sta facendo un appello alle opposizioni «affinché collaborino per il futuro della città». Scampato dunque l'incubo giudiziario, la fase due del Comune passa da una ricerca dell'ecumenismo più totale con le minoranze (che però non la pensano così) soprattutto per superare i problemi di stretta attualità. Come appunto quello dei rifiuti, diventata un'emergenza ancora più pressante dopo l'incendio all'impianto Tmb che gestiva il 25% della produzione romana. Su questo tema Conte dice: «I rifiuti sono un problema per Roma, riguardano Regione e Comune e il governo indirettamente, ma il ministro dell'Ambiente è già a disposizione, già lo è stato sul recente incendio che ha provocato disagi. C'è un programma per i rifiuti, la sindaca Raggi non si sottrae».

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Ma le critiche del New York Times sono state lette con attenzione anche dal premier. Che punta a una città «vetrina del nostro Paese». Ciò che adesso appunto non è. L'unica nota positiva per il premier arriva sul contestato progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle per il quale ha vagheggiato anche l'ipotetica costruzione di un ponte per collegare l'impianto alla via del Mare.

IL PRESENTE
Ma intanto i problemi interni al Campidoglio non mancano. Anche l'altra sera, giovedì, la sindaca è stata contestata durante un'assemblea a Corviale - quartiere periferico noto per il celebre palazzo a serpentone di un chilometro e feudo grillino - dai cittadini per la vicenda dell'immondizia. In queste ore è tornata sulla graticola la responsabile dell'Ambiente, Pinuccia Montanari, assessore di fede grillinissima, è un'amica personale di Beppe, ma nonostante questo non immune alle critiche della maggioranza pentastellata che l'ha messa nel mirino: o cambia la musica o se ne deve andare sembra essere l'ultimatum.

Tira aria di rimpasto.

Anche per il deputato M5S Francesco Silvestri, ufficiale di collegamento tra il Comune e il governo, auspica in qualche modo «un cambio delle caselle in giunta: non spetta a me indicare quali, ma il momento propizio, se Virginia lo vorrà, è ora. E non oltre». E Raggi cosa pensa? Per ora si limita a commentare le parole di Conte «accolte con entusiasmo». Convinta che superato il Capodanno - e l'emergenza rifiuti - potrà finalmente far partire (l'ennesimo) tagliando alla sua giunta.

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