Roma, Chevallard (Confcommercio): «Lotta a degrado e abusivi, il Giubileo è un'occasione»

Roma, Chevallard (Confcommercio): «Lotta a degrado e abusivi, il Giubileo è un'occasione»
di Giampiero Valenza
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Giovedì 30 Marzo 2023, 06:37 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 15:14

Confcommercio Roma conclude la sua esperienza col commissariamento durata sette anni. L'assemblea ha eletto per acclamazione il suo presidente: è Pier Andrea Chevallard. Direttore generale e amministratore delegato di Tinexta, per molti anni è stato il segretario generale della Camera di Commercio di Milano.

Presidente Chevallard, cosa significa questo risultato per Confcommercio Roma?
«C'è stata un'unanimità di tutti i rappresentanti. Partiamo col piede giusto con una forte volontà di contribuire alla crescita della città. Noi siamo pronti, a cominciare dalla sfida del Giubileo».

Quali sono le priorità per Roma?
«Il tema del decoro urbano non può essere rinviato ulteriormente. Su questo tema abbiamo fatto alcune proposte: crediamo che con l'amministrazione comunale si possa definire un rapporto fruttuoso. Le priorità immediate sono il decoro urbano, la gestione dei rifiuti e i trasporti. Ma ci sono anche altri temi».

Quali?
«Fare impresa a Roma è un po' più complesso a causa dalla mancanza delle infrastrutture. La forza della città sta nelle 250.000 imprese dei servizi, del turismo, del commercio. Non ci dimentichiamo che Roma è la seconda città d'Italia per imprese del settore Ict e tra i primi posti per le imprese culturali. Ma ci sono aree di Roma che non hanno per esempio banda larga sufficiente per istituire nuove imprese».

Parliamo di centro storico: i dati sul turismo sono molto positivi, ma allo stesso tempo ci sono moltissimi abusi, specie su bed and breakfast che crescono senza regole. Non trova?
«Sui bed and breakfast la nostra posizione è chiara: dove ci sono attività regolari noi siamo consapevoli dell'importanza di allargare l'offerta turistica.

Ma è inaccettabile che nel centro di Roma continuino a prosperare iniziative abusive. Sui dehors la posizione è altrettanto chiara: quelli irregolari devono essere rimossi. Bisogna prendere però atto che i dehors migliorano la città, contribuiscono a renderla più vivace e sicura. Abbiamo aperto un dialogo con l'amministrazione».

La globalizzazione ha cambiato il modo di pensare, anche nel commercio. Per Roma è la fine dei negozi di quartiere?
«Il commercio al dettaglio si sta trasformando, ma questo non vuol dire che si deve pensare a un futuro solo con negozi virtuali. Per Roma sarebbe un vero disastro. La sicurezza che garantiscono le vie con esercizi commerciali è incomparabile rispetto alle vetrine vuote».

Nel frattempo, però, ci sono strade del centro che muoiono.
«Via Nazionale e corso Vittorio devono avere un piano di rilancio che deve essere condiviso con l'amministrazione. Noi le nostre proposte le abbiamo fatte, come quella del tapis roulant tra via Nazionale e via del Tritone».

E in periferia?
«Ho l'impressione che ci sia stata una politica di apertura dei centri commerciali che non ha tenuto conto degli effetti nelle aree circostanti. Bisogna trovare un giusto livello di combinazione dell'offerta commerciale, oggi un po' squilibrata. La desertificazione delle periferie è un fatto sociale e non solo economico».

giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

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