Un tratto di banchina sud vicina alla passerella pedonale di Fiumicino è pericoloso. Questo a causa del distacco di tre blocchi di granito, che costituiscono il ciglio interno, finiti in fondo al porto-canale. Gli infuriati operatori portuali accusano di immobilismo l’Autorità di sistema portuale che non è intervenuta dopo la denuncia della pesca dei giorni scorsi sulla situazione di pericolo che si era creata lungo la sponda. Preoccupato dall’instabilità di alcuni blocchi, il presidente della coop Pesca romana aveva infatti chiesto, attraverso le pagine del Messaggero, un tempestivo intervento per rimuovere il rischio che i bordi finissero nell’alveo provocando anche danni ai pescherecci ormeggiati. «A distanza di 5 giorni le nostre fondate preoccupazioni si sono trasformate purtroppo in realtà – precisa Gennaro Del Prete -. I tre blocchi sono ora nell’alveo del canale e questo incidente, avvenuto la scorsa notte, hanno danneggiato, per fortuna, solo i “bottazzi” dei parabordi del motopesca di 100 tonnellate Nonna Maria. Davanti all’ennesimo episodio negativo gli operatori portuali si interrogano sul ruolo di vigilanza esercitato dall’Autorità portuale che non legge neppure i giornali altrimenti si sarebbe accorta della nostra segnalazione legata alla pericolosità di questo tratto di ormeggio». La categoria aveva infatti segnalato la precarietà di un tratto di attracco con una decina di cigli in fase di scivolo all’interno del corso d’acqua. Sui circa 80 metri di banchinato sud, l’Autorità, negli anni passati, aveva fatto una serie di interventi tampone, con consistenti iniezioni di calcestruzzo, al fine di chiudere le profonde voragini provocate dallo sgrottamento della sponda. Il fenomeno del cedimento della struttura si è presentato di nuovo e ha reso fragile i mattoni sottostanti che sostengono i cigli a tal punto di provocarne la caduta.
Ora è a rischio un altro tratto che presenta lo stesso identico problema su cui è necessario un transennamento urgente per evitare che qualche imbarcato cada nel fiume assieme ai pesanti blocchi di granito. «Ecco perché da tempo – conclude Del Prete – avanziamo la richiesta di predisporre gli atti per procedere alla ristrutturazione dei tratti di banchina a ridosso della passerella su cui non sono mai stati predisposti interventi di manutenzione, dopo la costruzione avvenuta nel dopo guerra.