Variante inglese, a Roma buchi nei controlli a Ciampino e Fiumicino. Gli esperti: «C'è il rischio di falsi negativi»

Variante inglese, a Roma buchi nei controlli a Ciampino e Fiumicino. Gli esperti: «C'è il rischio di falsi negativi»
di Camilla Mozzetti e Francesco Pacifico
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Dicembre 2020, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Duemila persone provenienti dal Regno Unito e sbarcate a Fiumicino o a Ciampino negli ultimi 14 giorni. Ma di queste meno di un centinaio ha fatto nuovamente il tampone su disposizione delle Asl per capire se è positivo o meno al Covid. E soprattutto se ha contratto il morbo secondo la “variante inglese”, cioè l’ultima mutazione genetica del virus che renderebbe la trasmissione della malattia più aggressiva e veloce. È allarme nelle strutture sanitarie del Lazio per i cittadini, che sono arrivati a Roma da Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, perché il loro tracciamento risulta più problematico del previsto.

Variante inglese coronavirus, le Asl di Roma cercano i passeggeri da Londra

Variante inglese Covid, caso sospetto anche a Bari. Spallanzani: «Stiamo isolando il virus»

Le disposizioni del ministero della Salute e del Lazio prevedono che chi rientra in Italia, deve comunicare il suo ingresso al numero verde 800.118.800 e recarsi con tessera sanitaria e carta d’imbarco presso uno dei drive-in del sistema sanitario regionale oppure «procedere autonomamente e con oneri a proprio carico a sottoporsi al test in una delle farmacie o laboratori aderenti».

Ma pochi, come detto, hanno seguito questa semplice procedura.

Variante virus inglese, Ricciardi: «Preoccupato per +70% contagiosità. Scuole? Non possono riaprire»

Perché? Molti di loro, una volta atterrati a Roma, avevano già il giorno seguente svolto un tampone antigenico per essere più sicuri e per questo non verranno richiamati dalle Asl. Eppure potrebbero aver fatto il test troppo presto per avere un risultato certo. A quanto si sa, tutti i passeggeri atterrati nelle ultime 48 ore negli scali romani, quindi prima dello stop ai voli imposto dal governo, sono stati sottoposti a tampone rapido al loro arrivo. Parliamo di circa 500 persone, tra le quali soltanto un uomo risultato positivo è stato sottoposto a test molecolare per capire se ha contratto o meno la variante del virus.

Per la cronaca, i medici delle Uscar hanno dovuto chiamare le forze dell’ordine, perché questo passeggero non aveva intenzione di mettersi in autoquarantena a casa. Nessuna certezza sugli altri viaggiatori (circa 2mila) provenienti Londra nelle due ultime settimane. Oltre all’agente dell’Aise seguita al Celio, soltanto un ragazzo è risultato positivo: è arrivato lo scorso 10 dicembre per passare le ferie con la famiglia, è asintomatico ed è seguito a casa propria dai medici dell’Asl Roma 1. Anche per lui, però, è scattato il molecolare di verifica. I TEMPI Ai Sisp (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) dell’Asl Roma 1 o della Roma 2 spiegano che finora sono state richiamate un centinaio di persone arrivate dalla Gran Bretagna, ma circa il 60 per cento avrebbe fatto il tampone 24 ore dopo l’atterraggio e che pertanto non sarà richiamato.

Spiega Massimo Andreoni, direttore dell’Uoc Malattie infettive all’università di Roma Tor Vergata, che in questo modo non si supera il rischio di avere dei falsi negativi, «perché il tempo di incubazione è più lungo, quindi è possibile essersi positivizzati dopo essersi sottoposti al tampone». «L’esame - conclude Andreoni - dovrebbe essere fatto a circa 7 giorni dal rientro e si dovrebbe privilegiare il molecolare più attendibile per capire l’eventuale variante del virus» e soprattutto si dovrebbe aspettare l’esito in autoisolamento a casa. Camilla Mozzetti Francesco Pacifico © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA