La settimana prossima saranno incaricati dell'accertamento gli psichiatri Gabriele Sani e Massimo Di Genio. Secondo quanto si è appreso (il processo si svolge a porte chiuse) i due psichiatri si dovranno confrontare con gli accertamenti tecnici disposti ed effettuati in sede d'indagine e nel corso del rito abbreviato. In sostanza, due consulenti tecnici (i professori Stefano Ferracuti e Maurizio Marasco) hanno concluso per la parziale infermità di mente, mentre il perito nominato dal gup (Gianluca Somma) per la totale capacità. Il fatto che i tecnici hanno valutato l'imputato cronologicamente in tempi diversi - i primi al momento dei fatti, l'altro dopo un anno - ha portato i giudici d'appello a disporre la perizia collegiale.
Era il primo maggio 2017 quando l'imputato colpì la compagna con un peso da palestra uccidendola sul colpo.
Fu lo stesso Carrieri, dopo l'arresto, ad ammettere la sua responsabilità. «Quella sera eravamo rientrati da un week end fuori - disse - Presi il suo telefono per vedere i messaggi, era la prima volta che le controllavo il telefono forse era successo una volta, lo avevo fatto per leggere cosa diceva della mia malattia con le sue amiche, qual era il giudizio nei miei confronti, non ho trovato niente d'importante. Alle 5 del mattino la svegliai, le dissi che non volevo tornare al lavoro e ci fu una lite perché lei voleva che tornassi al lavoro. Io dicevo tra me e me: 'io non sono un assassinò ma invece l'ho colpita. Poi non sapevo se era viva o morta e sono andato dai carabinieri a costituirmi. Son so perché le ho fatto del male ho rovinato la sua vita e la vita di tutti».
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