Lazio, la scuola riparte senza professori: «A gennaio orari ridotti quasi ovunque»

La stima dell’Assopresidi: da lunedì assenti in media 20 docenti per istituto

La scuola riparte senza professori: «A gennaio orari ridotti quasi ovunque»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 7 Gennaio 2022, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 10:52

Tre giorni di slittamento per il rientro a scuola, con la campanella che suonerà lunedì anziché oggi, non bastano a sopire le preoccupazioni di presidi e famiglie. Perché se ancora mancano i protocolli attuativi da parte delle Asl sulle nuove procedure da seguire per la gestione degli studenti positivi - lasciando in dad i non vaccinati - c’è anche un altro fronte aperto che per tutto il mese di gennaio decreterà il seguente scenario: lezioni a singhiozzo e tempi pieni “spezzati” con le ore pomeridiane che molto probabilmente saranno sacrificate in una scuola su due. Cosa succede ancora? «Mancano i professori», spiega Cristina Costarelli, a capo dell’AssoPresidi del Lazio. L’altro volto della medaglia perché oltre ai ragazzi, ci sono loro, i prof che salgono in cattedra ma che invece saranno assenti. Il motivo? Lo spiega ancora la Costarelli: «Ogni scuola (che a Roma e provincia e sono 2.058 ndr) da quelle dell’infanzia agli istituti superiori, si troverà a riaprire con un plafond medio di circa venti assenze di docenti e questo per una serie di situazioni». 

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I numeri

Ci sono i prof positivi, seppur vaccinati, e quelli in quarantena. Ancora: ci sono i docenti che non si sono ancora immunizzati e che sono stati sospesi in tutta la Regione (il saldo è positivo rispetto alla media nazionale ma non mancano comunque i casi) e ancora le assenze fisiologiche, ovvero i vari permessi che vanno dal congedo parentale a quelli per la 104. 
«I numeri sono questi - rimarca ancora la numero uno dei presidi regionali - ogni scuola conta tra i due e i tre docenti sospesi perché non vaccinati, poi si aggiungono sette o otto di media per quelli che non rientreranno a scuola lunedì in quanto positivi e quindi in quarantena e infine un gruppo di coloro che saranno assenti per motivi non legati direttamente alla pandemia».

Il risultato è presto detto: i supplenti non basteranno perché in pochi accetteranno una sostituzione breve e dunque il principale effetto che si avrà nei prossimi giorni sarà quello di avere delle ore scoperte di lezione.

A tal punto che «riteniamo più che possibile - conclude la Costarelli - la riduzione del tempo pieno con un taglio inevitabile per le ore pomeridiane». Che ricadrà non solo sui piccoli alunni - iscritti alle scuole di infanzia e alle elementari - ma anche negli istituti superiori tecnico-professionali che sfruttano proprio i pomeriggi per la didattica applicata con attività nei laboratori. 

 

Vaccini e mascherine

In questo scenario restano poi altre questioni: la prima è la fornitura di mascherine Ffp2 per le quali l’Ufficio scolastico regionale ha inviato una missiva alle scuole per conteggiare il fabbisogno di ogni istituto. La seconda questione riguarda le vaccinazioni degli studenti. Dal report settimanale della cabina di regia del governo nel Lazio ci sono ancora 69.445 ragazzi con un’età compresa tra i 12 e i 19 anni che devono ricevere la prima dose a fronte di una platea complessiva di 431.221 persone. Il numero dei non vaccinati sale vertiginosamente all’abbassarsi dell’età. Tra i più piccoli, quelli che hanno tra i 5 e gli 11 anni, e che nel Lazio sono 375.247, in 329.553 (ovvero più dell’87% del totale) deve iniziare il percorso vaccinale.

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