Roma, apre la casa-museo di Giacomo Balla: dal 26 maggio svelati arredi e design futuristi

Roma, apre la casa-museo di Giacomo Balla: dal 26 maggio svelati arredi e design futuristi
di Laura Larcan
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Domenica 7 Marzo 2021, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Fervono i lavori per l'apertura della casa-museo di Giacomo Balla in via Oslavia 39B nel quartiere Prati. Le date da mettere in agenda sono ufficiali, dal 26 maggio al 24 ottobre per una prima fase che rientra nel progetto curato dal Maxxi in collaborazione con la Soprintendenza speciale di Roma. Le porte, i lampadari, i rivestimenti delle pareti, i mobili delle stanze, tutto è nel nome dell'estro del grande Balla, portentoso artista torinese, ma romano d'adozione, pioniere del Futurismo, declinato in possibili risvolti scientifici e tecnici nell'arte, segnati da intuizioni geniali come lo sconfinamento nella realizzazione di oggetti di uso quotidiano.

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Et voilà, lo spettacolo va in scena in questo appartamento dove Balla ha vissuto dal 1929 con la moglie Elisa all'anno della morte nel 1958 e, dopo di lui, sono rimaste le figlie Elica e Luce (nomi quanto mai evocativi delle sue ricerche appassionate) fino agli anni Novanta.

Come racconta Bartolomeo Pietromarchi che con Domitilla Dardi ha curato il progetto su Balla per il Maxxi: «Casa Balla diventa la sua tela e materia, espressione concreta di un artista totale». D'altronde, scrivevano nel 1915 Giacomo Balla (1871 - 1958) e Fortunato Depero (1892 - 1960) nel loro Manifesto per la ricostruzione futurista, l'idea risoluta era quella di «ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente».

La casa di Balla in via Oslavia rispecchia esattamente questo credo. ​Uno scrigno che è stato al centro di un lungo, faticoso, complesso intervento di restauro, supervisionato dai tecnici della Soprintendenza, ma che non ha mai aperto i battenti al grande pubblico. Se ne era parlato intensamente nel 2009 (all'epoca l'allora assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi seguiva da vicino le fasi di restauro con l'idea di aprirlo, col sogno di mettere in rete in un circuito virtuoso le case-museo degli artisti di Roma).

Ora dopo anni di silenzio, la svolta con il programma curato dal Maxxi «Casa Balla. Dalla casa all'universo e ritorno». «Finora mai perta al pubblico - dice Pietromarchi - dopo la morte delle figlie, la casa è rimasta chiusa per una serie di ragioni ereditarie. All'inizio degli anni Duemila è stato posto il vincolo dalla Soprintenendenza come bene storico di particolare importanza artistico-culturale e la Banca d'Italia, negli ultimi anni, ha visto piccoli interventi di restauro. Ora, per la prima volta, abbiamo stretto un accordo con gli eredi per aprirla in sicurezza, con visite guidate su prenotazione di piccoli gruppi», ogni fine settimana per cinque mesi. Il suo futuro?

«Per il momento - conclude Pietromarchi - l'apertura dell'appartamento è legata a questo progetto. Ma speriamo davvero sia il primo passo per restituirla al pubblico in maniera permanente». L'apertura della Casa Balla avrà il suo evento pendant nella Galleria 5 del Maxxi con una mostra che raccoglie disegni, oggetti, bozzetti, arredamenti, messi in dialogo con opere create appositamente da architetti, artisti e designer italiani e internazionali contemporanei. Evento realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic e il contributo di Banca d'Italia.

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