Quattro arresti per furti in abitazioni nel centro storico della Capitale. I carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle prime ore del mattino, hanno fatto scattare l'operazione «Open Door». L'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, avviata nel luglio scorso, ha portato a un'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip, nei confronti di quattro persone, due uomini e due donne, di nazionalità serba, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e ricettazione.
L'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, sono partite dall'analisi dei numerosi furti in abitazione commessi nel centro storico della Capitale, messi a segno, come emerso dai filmati di video sorveglianza, da donne di etnia rom mediante l'uso di arnesi da scasso e la copertura degli uomini appartenenti alle famiglie, che le coordinavano ed incoraggiavano da casa, pronti ad intervenire in caso di necessità.
Nel corso delle indagini sono stati individuati i ruoli svolti dai singoli e diversi indagati all'interno dell'associazione criminale, quasi a gestione familiare, e si sono compresi i meccanismi e le singole fasi delle azioni delittuose: dai meticolosi sopralluoghi, finalizzati alla comprensione delle abitudini degli ignari proprietari di casa, alla ricerca di itinerari sicuri per sfuggire a eventuali telecamere di video sorveglianza, sino alla fase esecutiva vera e propria, con le donne del gruppo protagoniste assolute della scena.
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Erano infatti le donne, di giovane età e ben vestite, a introdursi all'interno delle abitazioni prese di mira, depredandole di ogni sorta di monili o preziosi, ma anche di borse griffate e altri generi di valore. Talvolta, scovata la cassaforte all'interno dell'abitazione, non esitavano a contattare gli uomini del gruppo, che intervenivano in supporto per cercare di smurarle. La merce, soprattutto per quanto riguarda orologi e monili, veniva poi rivenduta mediante i canali di ricettazione interni al gruppo stesso, ed in particolare mediante un uomo, pregiudicato, anche lui rom, ma di nazionalità macedone, con base logistica nel quartiere di Centocelle.
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