Roma, nel gennaio del 1918 un dirigibile lanciò i primi volantini di guerra per la prima volta

Roma, nel gennaio del 1918 un dirigibile lanciò i primi volantini di guerra per la prima volta
di Laura Larcan
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Venerdì 28 Gennaio 2022, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 23:35

LO STUDIO
«Cittadini, prestate largamente denaro al Tesoro della Patria». Quando la propaganda di guerra cade dal cielo. Era la mattina del 27 gennaio del 1918 quando i romani videro piovere quei manifestini stampati su carta rossa con frasi di esortazione. «Prestate tanto denaro», era l'appello. A lanciarli, un impressionante gigante dell'aria, il dirigibile militare M.1, che era decollato poco prima dalla base di Vigna di Valle sul lago di Bracciano. Una volta raggiunta la Capitale, diede vita a quell'insolito spettacolo aereo. «Di fatto questi sono i primi volantini di propaganda lanciati sul cielo di Roma», racconta Lorenzo Grassi, coordinatore Gruppo Ipogei bellici dell'associazione Sotterranei di Roma, che ha ritrovato un originale volantino dell'epoca conservato in una collezione privata (quella dell'appassionato di storia Massimo Trenta).

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IL MESSAGGIO
Vi si legge: «Cittadini d'Italia! Prestate largamente denaro al Tesoro della Patria: ne faremo armi invincibili per la resistenza dei nostri soldati di terra e di mare e daremo ali vaste ed inflessibili agli aeronauti che vi mandano l'incitamento al dovere e il saluto dal cielo di Roma». Stampati su carta rossa, l'effetto dovette essere davvero sorprendente. Partendo dal documento, Lorenzo Grassi ha ripercorso fonti storiche, saggi e cronache dell'epoca che rievocano il ruolo pionieristico svolto dallo scalo di Vigna di Valle, che custodisce la memoria delle prime sfide dei palloni e degli aerostati con propulsione. Strategico, in questa vicenda, fu l'uso del dirigibile. «Siamo di fronte all'apparecchio progettato dall'ingegnere Gaetano Arturo Crocco e realizzato dallo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche di Roma, che era stato protagonista agli inizi della Grande Guerra».
Vigna di Valle all'epoca rappresentava il cantiere sperimentale, scelto come base per le esercitazioni pratiche e la scuola di volo per dirigibilisti.


LE RAGIONI
Ma perché questo show nel cielo di Roma, con tanto di dirigibile superstar? «Intanto, in questo primo mese del 1918, l'Italia era ancora intenta a riprendersi dai terribili strascichi della disfatta di Caporetto subita tra il 24 ottobre e il 9 novembre 1917», commenta Grassi. Era stato dunque lanciato (dall'inizio della Guerra) un quinto prestito per sostenere lo sforzo bellico «che avrebbe portato nei mesi successivi i reparti italiani, britannici e francesi ad avere la meglio su quelli austro-ungarici sino alla resa del 3 novembre 1918 con la fine delle ostilità sul fronte italiano». Ma davvero, i prestiti di guerra furono una partita tra economia e propaganda. Ed ecco l'entrata in scena dei manifestini. «Per capire il significato di questi volantini bisogna ricordare che per coinvolgere la popolazione civile fu organizzata una sistematica azione di propaganda», sottolinea Grassi.
Furono utilizzati tutti gli strumenti possibili: manifesti, locandine, cartoline, calendari, inserzioni, francobolli, opuscoli, coreografie esterne.

Vennero mobilitati nella realizzazione grafica persino artisti di grande fama. «Sino al lancio di volantini dal dirigibile, quella mattina del 27 gennaio del 1918, per far sottoscrivere il quinto ed ultimo prestito». Dati alla mano, era scattato il 6 dicembre del 1917, come puntualizza Fiorenza Tarozzi nel suo saggio Gli italiani di fronte ai prestiti di guerra 1914-1917, e le emissioni ammontarono a 6,5 milioni e mezzo di lire di capitale nominale. Sono le tante storia che si intrecciano dietro ad un volantino. Le ha ricostruite passo passo lo studioso Lorenzo Grassi, che solo pochi giorni fa è salito all'onore delle cronache per aver identificato il punto esatto della Stazione Tiburtina da cui partì il convoglio con i 1020 ebrei romani deportati dai nazisti il 18 ottobre del 1943.


«I BUONI E I CATTIVI»
E se i primi volantini di guerra lanciati sul cielo di Roma erano di buona propaganda partenopea, altri manifestini sarebbero tornati a cadere sulla Capitale nel giugno del 1940. Ma questa a volta ad opera dei nemici. «I primi volantini nemici su Roma sono francesi, risalgono alle prime ore del 14 giugno 1940, quando il bombardiere francese Farman soprannominato Jules Verne raggiunse il cielo di Roma e da seimila metri di quota lanciò i fogli stampati», racconta Grassi. C'era scritto: «Il Duce ha voluto la guerra? Eccola! La Francia non ha niente contro di voi. Fermatevi! La Francia si fermerà».
 

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