Nella terra di nessuno si può aprire un'officina in strada del tutto abusiva, riparare auto, proporre pezzi di ricambio, sversare chissà dove i rifiuti prodotti. La terra di nessuno è a Roma, nel quartiere Borghesiana, in via Carlo Fornara.
LA DENUNCIA - «I meccanici della zona sono arrabbiati, pagano le tasse e invece qui c'è un gruppo di persone che lavora a nero» dice Gianfranco Trebbi, residente storico, pronto a denunciare il degrado nel VI Municipio con video e foto. La strada è una discarica a cielo aperto: l'altro giorno i residenti l'hanno chiusa con una rete, appendendo uno striscione con la scritta "Discarica chiusa, ci scusiamo per il disagio". Oltre la rete verde, e la montagna di rifiuti che impedisce da circa un anno di passare con l'auto, c'è un gruppo di africani che ha messo su, lungo la strada una officina abusiva.
Roma Est, strada chiusa per discarica
LA TRATTATIVA - Le auto con i cofani aperti riempiono i marciapiedi, ci sono cric, pezzi di ricambio, arnesi del mestiere insomma. E non si tirano mai indietro se fai una richiesta: «Ho una vecchia Punto, devo cambiare il ponte posteriore, è possibile?». Su un lato della strada ci sono diversi immigrati seduti. Uno di loro si alza, sorride e risponde: «Nessun problema, te lo trovo io il ponte». Qui, quindi, si vendono pezzi di ricambio tranquillamente. Ma non solo. Insistiamo: «Ma lo monti tu il ponte? Me lo fai tu il lavoro?». Risposta: «Certo, nessuno problema». Il costo è di 200 euro. Tutto a nero ovviamente, tutto in modo clandestino. «Si sono appropriati della strada, più avanti ci sono anche rottami, lavorano alla luce del giorno e nessuno interviene, una vera ingiustizia» dice Trebbi. All'inizio della strada, lasciate abbandonate su una piccola salita ci sono due vetture, o meglio quello che resta. «Ho un'officina regolare - dice Fabrizio, meccanico della zona - ed è un'ingiustizia vedere questa gente che guadagna più di me. Tra costi di affitto, licenze, aggiornamenti, strumentazione omologata, tasse, smaltimenti materiali inquinanti ogni mese vedo volare via tra il 60 e 70% degli incassi, e vivo costantemente nella paura di controlli che puntualmente trovano qualche virgola fuori posto, è tutto così assurdo».
DEGRADO E IMMONDIZIA - Sulla strada gli immigrati hanno allestito tavolini, sedie, si intrattengono per tutta la giornata. L'idea che si ha svoltando l'angolo da via Ponte della Catena, una traversa di via Casilina, è che si entri in un mondo a parte, fatto di altre regole, dove tutto può accadere.