Roma, 30enne attirato in trappola e pestato dal branco: choc in centro

Roma, 30enne attirato in trappola e pestato dal branco: choc in centro
di Andrea Nebuloso e Raffaella Troili
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Martedì 7 Gennaio 2020, 09:12

Prima una testata, poi pugni e calci senza pietà. Una serata in centro si è trasformata in dramma per dei giovani che passeggiavano dalle parti di Campo Marzio, pieno centro di Roma. Vittime di un giochino perverso, un invito a bere qualcosa, un finto volemose bene, che a quanto pare era già stato messo in atto altre volte. Stavolta a farne le spese è stato un 31enne in compagnia di un'amica di 28 anni, gli aggressori - uno già identificato, gli altri in via di riconoscimento - sarebbero i dipendenti di un locale sulla piazza e che era in via di chiusura.

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È accaduto il 28 dicembre scorso, la ragazza testimone dell'orrendo pestaggio racconta: «In realtà eravamo in tre, c'era anche un'altra amica, è scappata terrorizzata, so che è stata ascoltata dai carabinieri. Eravamo stati a prendere un aperitivo nei dintorni, ci eravamo anche fermati a piazza delle Coppelle, poi verso mezzanotte e mezza ci siamo diretti verso piazza di Campo Marzio per prendere un taxi». Lì è scattata la trappola: «Mentre camminavamo dei ragazzi, ventenni, ci hanno chiamato in modo goliardico, simpatico, invitandoci a prendere un amaro dentro un locale, piccolo ristorantino sulla piazza: vi offro da bere, unitevi a noi. Siamo stati con loro un quarto d'ora sembrava una situazione tranquilla». Ma uno del gruppetto ha iniziato a essere un po' invadente. «Ripeteva al mio amico, riferendosi a me e guardandomi: Svegliati». Era il momento di andar via, le battute diventavano pesanti: «Vabbè vattene ma lascia l'amica tua».

LA DOMANDA SUL QUARTIERE
I tre escono dal locale, turistico, dalle larghe vetrate, «ci siamo messi più o meno davanti alla guardiola del carabiniere in attesa di un taxi» ancora l'amica più cara. Ma il ventenne più agguerrito, dal fisico imponente, non aveva finito. «Ci ha raggiunti, sembrava pacifico ma noi non gli davamo più confidenza». Il cameriere bullo inizia a far domande. «Che fate, dove vivete». E ancora sfrontato: «Se non c'eri te questa sera... ci avrei provato... svegliati». Poi quella domanda apparentemente innocua: «Tu di dove sei?» chiede l'aggressore. E la vittima: «Dei Parioli». Risposta: «Io sono di Tor Bella Monaca» e si scaglia sul trentenne, dal fisico imponente anche lui ma totalmente spiazzato, dandogli una testata e colpendolo all'occhio. Il giovane cade tra le auto. Inizia l'inferno: mentre l'amica cerca aiuto arrivano gli altri «non ricordo se erano tre o quattro, l'hanno preso a calci e pugni».

Intanto mentre il giovane si rialzava esausto, il cameriere gli sferrava un pugno facendogli sbattere la testa su un sampietrino. «Perdeva sangue, era svenuto, mi sono messa in mezzo, gridavo aiuto, cercavo di attirare l'attenzione, le persone si avvicinavano ma non facevano nulla», nel mentre è accorso il carabiniere in postazione mobile della Camera dei deputati (quello nella garitta ha l'obbligo di non uscire), il primo a fermare la furia del corpulento malvivente. Poi sono giunti i carabinieri della compagnia Roma centro e l'ambulanza. Prima che salisse a bordo, uno del gruppo si è avvicinato alla ragazza, le ha detto: «Io speravo proprio che non entraste perché sapevo che sarebbe finita così». Poi la corsa al San Giovanni, incosciente per un'ora e mezza, dove i medici hanno riscontrato fratture al viso, all'addome, ferite medicate con 16 punti di sutura. Quando si è svegliato era sotto choc, ancora lo è. La prognosi è di oltre 30 giorni. Intanto i carabinieri raggiungono l'ospedale, portano l'amica e testimone al comando di piazza Venezia dove raccolgono elementi sull'accaduto. Hanno già fermato e condotto al comando anche l'aggressore che ha da poco compiuto 20 anni: è denunciato a piede libero per lesioni in attesa di rintracciare gli altri riusciti a fuggire, in particolare uno. Tutto il fascicolo è al vaglio della Procura della Repubblica.

«È stato un accanirsi su un giovane uomo esanime a mo' di sfida, come a dire: voi in quel quartiere non ci capite niente con le ragazze. Per comportarsi così a 20 anni devono esserci abituati. Anche i carabinieri mi hanno detto che quasi tutti i giorni accadono queste cose». Commenta il padre della vittima: «Abbiamo nominato un avvocato, chiederà di acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. È stata un'azione di pura violenza, gratuita».

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