Rifiuti a Roma. Ama, un altro passo indietro: controlli sulla raccolta saltati

Rifiuti a Roma. Ama, un altro passo indietro: controlli sulla raccolta saltati
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 16 Novembre 2020, 00:10

Sapere che giro effettuavano i mezzi dell’Ama, rinvenire la posizione di ogni furgoncino monitorando al contempo la procedura dei conferimenti non per mettere in discussione l’operato dei dipendenti ma per avere la certezza che il sistema funzionasse, che i cassonetti venivano svuotati, il porta a porta eseguito e sostanzialmente che le strade della Capitale fossero pulite. Era questa l’ambizione dell’Ama che due anni fa bandì una gara da circa 9 milioni di euro (poi spesi) per dotare il 90% dei mezzi dell’azienda di sistemi informatici di sorveglianza e monitoraggio capaci di verificare da remoto tutto il corretto svolgimento delle funzioni di pulizia delle strade, raccolta dei rifiuti e seguente conferimento. Progetto ambizioso e tuttavia tuttora inapplicato. Quel bando e gli acquisti che ne seguirono «sono oggi lettera morta», spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio Andrea De Priamo. Di fatto i sistemi acquistati non sono stati mai istallati a bordo dei mezzi e pertanto non sono mai entrati in funzione.

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La commessa prevedeva l’acquisto di 1.500 sistemi di rilevamento fissi, 150 sistemi di rilevamento mobili oltre al reperimento di sim indispensabili per il trasferimento dei dati in tempo reale. «Tutto materiale acquistato e non ancora utilizzato», prosegue De Priamo. Perché questo materiale non è stato ancora istallato sui mezzi dell’azienda dei rifiuti e adoperato? 

Nel bando veniva chiaramente specificato che «Lo scopo della fornitura è la rilevazione degli svuotamenti dei contenitori, attraverso la lettura del tag presente sugli stessi e il monitoraggio della flotta aziendale tramite apparati di localizzazione in regola con la normativa nazionale sulla privacy e nel rispetto degli accordi sindacali, utilizzando adeguati sistemi installati sui mezzi adibiti alla raccolta». Eppure sembrerebbe che proprio alcuni sindacati abbiano tempo fa sollevato problemi sul rispetto della privacy dei dipendenti bloccando di fatto l’entrata in vigore del servizio. Che non prevedeva, ad esempio, l’uso di videocamere di bordo ma dotavano quasi tutti i furgoni dell’azienda di sistemi di rilevamento per sapere dove si trovava quel mezzo in un dato momento senza dunque trasmettere dati o immagini relative al comportamento degli operatori in servizio. Sicuramente il loro utilizzo «sarebbe stato utile anche a evitare - aggiunge ancora il capogruppo di FdI - il furto di carburante». Ma allo stato attuale i sistemi giacciono ancora negli scatoloni. Ed è per questo che «stiamo valutando - spiega il capogruppo De Priamo - di presentare un esposto alla Corte dei conti se l’azienda non metterà in funzione i dispositivi perché di fatto si configura la minaccia di un danno erariale e comunque è già pronta un’interrogazione alla sindaca Virginia Raggi e all’assessore ai rifiuti Katia Ziantoni per capire le ragioni del mancato utilizzo dei sistemi informatici». In un periodo in cui proprio questi sistemi avrebbero avuto una loro utilità considerato lo stato in cui versa la raccolta dei rifiuti, l’immondizia che sovrasta interi marciapiedi tanto al Tiburtino quanto alla Balduina senza contare tutti gli ingombranti abbandonati sulle strade.
 

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