Roma, guida la Porsche ma ha reddito di cittadinanza. Sospeso dall'Inps, si difende: «È di mia moglie»

Guida la Porsche ma ha reddito di cittadinanza. Sospeso dall'Inps, si difende: «È di mia moglie»
di Marco Carta
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Lunedì 4 Novembre 2019, 12:17

È stato beccato a bordo di una Porsche Macan, un bolide da 60mila euro. E l'Inps gli ha immediatamente sospeso il reddito di cittadinanza. Anche se la macchina non era sua, ma della moglie da cui era legalmente separato. A fare la spesa nella guerra ai furbetti che percepiscono indebitamente il sussidio introdotto lo scorso anno per contrastare la povertà, c'è anche chi ritiene di essere vittima di un'ingiustizia. Tanto da aver fatto ricorso al giudice di pace per riavere indietro quel piccolo introito mensile, circa 300 euro, grazie a cui poteva pagare l'affitto di casa e le spese per un figlio a carico.

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È il caso di Claudio M., un operaio meccanico part time di 45 anni, che dallo scorso 20 ottobre è rientrato nella black list dell'Inps. Pochi giorni prima, il 13 ottobre, Claudio era stato fermato dalla Polizia a La Spezia, dove si trovava per restituire all'ex moglie l'auto che aveva fatto sistemare presso l'officina del proprio datore di lavoro a Roma. Ma, quello che sembrava un normale controllo di routine, si è presto trasformata in una beffa per l'uomo. A distanza di una settimana scopre che il reddito di cittadinanza, circa 300 euro che andavano ad integrare gli 800 euro del suo lavoro part time di operaio, non ci sono più. «Problemi amministrativi», gli fanno sapere dall'Inps, che ha sospeso il sussidio per discrasie reddituali: l'uomo, beccato a bordo della Porsche Macan, aveva dichiarato al fisco una ben più modesta Panda. Secondo i legali dell'associazione Giustitalia, però, «il provvedimento sospensorio dell'assegno appare illegittimo», come scritto nel ricorso da loro curato: «L'uomo non possiede beni immobili o beni di lusso. La vettura è di proprietà esclusiva della moglie - una facoltosa imprenditrice spezina - dalla quale lo stesso è legalmente separato da più di un anno. E la donna non percepisce alcun reddito di cittadinanza».  A decidere ora sarà il giudice di pace.
 

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