«Via i raccomandati dall'Ama». La Cassazione chiude Parentopoli

«Via i raccomandati dall'Ama». La Cassazione chiude Parentopoli
di Fabio Rossi
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Martedì 30 Luglio 2019, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 05:42

Perdono definitivamente il posto di lavoro i raccomandati della parentopoli dell'Ama. Sono stati infatti confermati dalla Cassazione i licenziamenti disciplinari di quattro ex dipendenti della municipalizzata assunti nel 2008 per raccomandazione, nel periodo in cui l'azienda era guidata da Franco Panzironi e durante l'amministrazione di Gianni Alemanno in Campidoglio.

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Allora, con una «procedura selettiva» affidata al Consorzio Elis, vennero assunte circa 500 persone, molte con un «punteggio inferiore alla soglia di idoneità», ricordano gli ermellini. Ad avviso della Suprema Corte, i concorsi - come quello svolto dall'Ama connotato da «gravi irregolarità nella procedura relativa alla assunzione» - hanno come conseguenza la «nullità dei contratti sottoscritti» e questo «indipendentemente dalla circostanza» che i lavoratori assunti «in violazioni delle norme di legge» abbiano o meno avuto «consapevolezza» delle «irregolarità», o ne siano stati compartecipi.



LE TESI
Senza successo, i primi quattro licenziati rivoltisi alla Suprema Corte hanno sostenuto che «l'illegittimità della procedura concorsuale e della graduatoria avrebbe dovuto essere addebitata a coloro che avevano organizzato e gestito tale procedura e non a loro, a meno di ritenere provata da parte loro la conoscenza della avvenuta alterazione dei criteri selettivi e dei punteggi». La tesi non ha fatto breccia tra i supremi giudici, che hanno mantenuto la linea dura contro le assunzioni pilotate dovute a legami familiari con il management Ama e sponsorizzazioni politiche nel centrodestra. Secondo la Cassazione, «l'estraneità dei lavoratori agli illeciti ed alle irregolarità che connotarono la procedura culminata nell'assunzione, ove pure accertata e provata non avrebbe potuto fondare alcuna domanda volta alla continuazione del rapporto di lavoro geneticamente nullo per insussistenza dei presupposti previsti dal bando per la costituzione del rapporto di lavoro».

LA POLEMICA
La sentenza della Cassazione accende un botta e risposta a distanza tra Virginia Raggi e il Pd. «In passato si assumevano raccomandati, gli amici degli amici. Noi li cacciamo via - scrive la sindaca su Facebook - La Cassazione ha confermato i licenziamenti per diversi ex dipendenti Ama, la nostra municipalizzata dei rifiuti, assunti nel 2008 in modo non trasparente». Secondo l'inquilina del Campidoglio, «abbiamo voltato pagina e chiuso quel brutto capitolo che è stata Parentopoli - scrive ancora Raggi - L'alternativa a quel vecchio e marcio sistema esiste e noi lo stiamo dimostrando: da tre anni, infatti, Roma Capitale è tornata a bandire concorsi in modo trasparente, seguendo la sola stella polare della legalità». Diversa la lettura del Pd: «La Cassazione ha dato ragione alla scelta compiuta da Ama di licenziare i dipendenti finiti nel caso parentopoli assunti quando sindaco era Gianni Alemanno - commenta il senatore Bruno Astorre, segretario regionale dem - I supremi giudici della sezione Lavoro confermano i pronunciamenti del Tribunale di Roma e quindi della Corte di appello nel 2017, gradi di giudizio che hanno dato ragione alle scelte che furono adottate dall'ex presidente di Ama, Daniele Fortini, mentre Roma Capitale aveva come sindaco Ignazio Marino e Virginia Raggi era seduta sui banchi dell'opposizione».

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