Roma, il Comune ci ripensa: stop al micro-chip per la differenziata. Addio Tari a consumo

Il Comune ci ripensa: stop al micro-chip per la differenziata: Addio Tari a consumo
di Francesco Pacifico
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Martedì 8 Ottobre 2019, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Addio alla raccolta differenziata 2.0. Nel 2017 Roma aveva promesso di essere la prima Capitale d'Europa a gestire questo flusso in maniera digitale. Con un chip nel sacchetto, capace sia di controllare se i materiali inseriti fossero corretti sia di pesare la quantità di umido o di carta riposte così da calcolare in tempo reale la Tari dovuta al Comune in base a quanto gettato. Due anni dopo, complici i ritardi nella raccolta tout court e la crisi legata all'approvazione del bilancio 2017, Ama ha di fatto abbandonato questa sperimentazione, che stando a quanto previsto oggi avrebbe dovuto coinvolgere almeno quattro o cinque Municipi in città.

Negli ultimi due anni il progetto - seppure tra non poche difficoltà - era partito al VI Municipio, al X e nell'area del Ghetto. Se non bastasse, l'azienda aveva predisposto anche di investire su questa posta 7,7 milioni di euro, bandendo subito una gara d'appalto da oltre mezzo milione per l'acquisto dei primi 650mila sacchetti e secchi intelligenti per la raccolta. Anche perché muniti di lettore ottico con tecnologia Rfid, a infrarossi per radiografare quello che era presente nella busta. E non meno ambizioso era il cronoprogramma per implementare questa nuova modalità: dopo le prime sperimentazioni al quartiere ebraico e in aree di periferia molto popolose - Ostia, Acilia, Tor Bella Monaca, Torre Angela, Giardinetti - da avviare già nel 2017, era previsto che già l'anno dopo si sarebbe esteso il progetto in aree non meno critiche come l'VIII e il IX Municipio (Garbatella e Eur). Per poi arrivare nel Centro Storico e ai Parioli.

LE PRIORITÀ
Va da sé che la tecnologia avrebbe anche bloccato sul nascere i furbetti del sacchetto. Ma soprattutto questo poteva essere un progetto rivoluzionario, perché grazie al chip a infrarossi si sarebbe potuto calcolare la Tari in maniera più equa e a prova di contenzioso: non più in base a criteri di natura catastale - poco credibili in un Paese come l'Italia dove le mappe del settore sono obsolete e quasi mai aggiornate - ma in relazione a quanto gettato, a quanto consumato, premiando i cittadini più virtuosi e più rispettosi dell'ambiente.
Questo in teoria doveva essere il progetto della differenziata intelligente. La pratica racconta un'altra storia. La sperimentazione si è fermata nei Municipi VI e X o al Ghetto (dove alcuni cittadini ricevono ancora il sacchetto con il chip), anche se ci sono state le prime riunioni con il V per capire se si poteva estendere il servizio anche lì. Dall'azienda spiegano che il cronoprogramma si era rallentato, per poi fermarsi, in concomitanza con le due crisi (febbraio e luglio 2019) sull'approvazione del bilancio. Ma le motivazioni non sono solo economiche: intanto, anche quest'anno la municipalizzata si è trovata a dover fronteggiare un'emergenza rifiuti che coinvolge la differenziata quanto l'indifferenziato, che è più difficile da conferire dopo l'incendio che ha bruciato il Tmb di Salario. Eppoi mancano gli addetti: questo tipo di attività richiede il triplo del personale rispetto alla gestione canonica.
Questo ennesimo fallimento nella differenziata non piacerà al Comune, che nelle scorse settimane ha stigmatizzato la scelta dell'ex cda di Ama di abbassare il livello di raccolta di carta, umido o vetro portandolo entro il 2022 dal 75 al 55 per cento. Senza contare lo stato dell'arte: a luglio il totale siamo al 46,5 del totale, mentre i sindacati hanno interrotto le relazioni sindacali con il Comune sulle modalità di estensione del porta a porta anche a San Lorenzo.
 

 

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