Consulenze false, l'ex capo di Roma mobilità Massimo Tabacchiera dovrà pagare 60mila euro

Consulenze false, l'ex capo di Roma mobilità Massimo Tabacchiera dovrà pagare 60mila euro
di Michela Allegri
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 07:31

Un incarico di consulenza considerato praticamente inutile e troppo dispendioso, costa a Massimo Tabacchiera, ex presidente prima di Ama, poi di Atac e, dal 2010, di Roma Servizi per la mobilità, una condanna a pagare all'ultima delle tre aziende comunali 60mila euro. L'hanno stabilito i giudici della Corte dei conti, condannando anche l'ex componente del Consiglio di amministrazione, Rosalda Rocchi, l'ex presidente Collegio sindacale, Roberto Mengoni, e Andrea Liparata, ex sindaco del Collegio sindacale: dovranno pagare ottomila euro a testa. I giudici hanno accolto la richiesta del viceprocuratore regionale Paolo Crea, titolare dell'inchiesta.

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IL CONTRATTO
Nel mirino degli inquirenti, il contratto di consulenza di «knowledge owner», per effettuare, tra l'altro, studi e ricerche d'archivio, costato all'azienda 225mila euro, sottoscritto tra Roma servizi per la mobilità e Tabacchiera che, all'epoca, era presidente della società in house del Campidoglio. Secondo i magistrati, il conferimento dell'incarico, «deliberato, all'unanimità, dal Cda» il 26 aprile 2013 - si legge nella sentenza - sarebbe illegittimo: per l'accusa non sarebbe stata fatta una verifica preliminare per accertare la mancanza di professionalità interne idonee a effettuare il lavoro e, oltretutto, i compiti sarebbero già rientrati nelle mansioni di Tabacchiera. Il manager è considerato responsabile del 60 per cento del danno, «sia perché ha omesso di svolgere l'incarico di consulenza per il quale è stato pagato, sia perché - nella sua parallela e contestuale funzione di amministratore della società - avrebbe dovuto vigilare sul corretto conferimento degli incarichi consulenziali e sulla loro corretta esecuzione», si legge nelle motivazioni della condanna, depositate lo scorso 8 febbraio.
LA DIFESA
I difensori hanno cercato di sostenere la legittimità di quel contratto. Secondo i suoi avvocati, inoltre, Tabacchiera si sarebbe astenuto dall'approvazione della delibera che riguardava la consulenza. Per l'accusa, invece, l'incarico di «knowledge owner, utilizzato nell'ambito della compagine societaria pubblica», sarebbe irregolare: caratterizzato da prestazioni «generiche e difficilmente decifrabili» e, in ogni caso, rientranti «nell'ordinario svolgimento delle attività affidate ai dipendenti della società». Il pm ha sostenuto che non fosse necessario «conferire un incarico da 225mila euro per ottenere delle cartelle condivise, realizzate comunemente dal personale interno e il cui contenuto era quantitativamente e qualitativamente inferiore a quello che si potrebbe raggiungere tramite un abbonamento alle migliori banche dati giuridiche presenti sul mercato, certamente di gran lunga più economico». Non è tutto: secondo l'accusa, le funzioni affidate a Tabacchiera con quella consulenza aggiuntiva rientravano nei compiti a lui assegnati come dirigente. In qualità di presidente, infatti, si sarebbe dovuto occupare anche di «studi, ricerche e documentazione storico-archivistica». Il contratto di consulenza viene quindi definito «illegittimo e inutile», visto che non si sarebbe concretizzato in «alcun prodotto, o utilità, o risultato valutabile in favore della società». Il danno totale contestato dalla Procura è di 100mila euro, perché è in parte prescritto. E dalla somma sono stati tolti i 16mila euro che i giudici avrebbero dovuto addebitare a due componenti del Cda deceduti. Secondo i magistrati, la Rocchi, Mengoni e Liparata, non avrebbero fatto obiezioni nonostante l'incarico fosse illegittimo. Ora spetterà ai giudici di secondo grado decidere se confermare o meno la sentenza.
 

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