Il vigile del fuoco che salva vite è anche attore nel cinema horror: «La realtà? Supera i film»

Marco Aceti, 39 anni, fa il vigile del fuoco ma è anche uno stimato attore
di Karen Leonardi
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Domenica 13 Febbraio 2022, 08:49

Vigile del fuoco e attore di cinema e teatro. Al centro un unico denominatore: la passione. Marco Aceti, 39 anni, di Ciampino, riesce a coniugare il lavoro di pompiere, il primo amore «iniziato un po’ per caso», e il set, sogno di quando era bambino. Si è fatto apprezzare dal grande pubblico con “Notte prima degli esami”, poi il salto, da protagonista, con “Lettera H” di Dario Germani, su uno dei più grandi casi di cronaca degli ultimi decenni, la storia del mostro di Firenze. Di recente, un film horror “La casa del sabba”, e, in teatro, “Le regole del gioco”. Adesso si racconta a “Il Messaggero”, mettendosi a nudo.

Cosa hanno in comune il lavoro di vigile del fuoco e quello di attore? «Sicuramente - dice Aceti - si nutrono di emozione ed adrenalina. Il lavoro da vigile del fuoco mi ha dato modo, purtroppo, di vivere tante situazioni drammatiche, giorni duri, dove ho visto persone morire, e giorni in cui sono tornato a casa fiero di aver salvato vite. Tutto questo mi è stato utile quando ho interpretato scene violente, come in “Lettera H”: sapevo quali sono le emozioni che si provano in una certe situazioni».
Lascerebbe il lavoro per fare solo l’attore? «Recitare è sempre stato il mio sogno.

Non rinnego nulla della carriera da pompiere. Ma dopo 18 anni di servizio, sì, lascierei la caserma per una grande occasione nel cinema». Quale storia vissuta nella veste di pompiere porterebbe al cinema? «Più di una, a dire la verità. Quella che ancora oggi non riesco a dimenticare è l’omicidio a Via Birmania, nel 2014: fui il primo pompiere a sfondare la porta ed entrare nell’appartamento, dove era appena stata assassinata Oksana Martseniuk da Federico Lionelli. Mi sono trovato davanti l’assassino con una mannaia in mano, tuttora non so come sia riuscito a uscirne illeso. Non è la solita storia “horror” di un killer, ma la verità su come i pompieri e la polizia rischino la vita per proteggere i cittadini. Poi vorrei raccontare il il terremoto di Amatrice, giorni di inferno, tra macerie, corpi e famiglie distrutte. Ricordo i volti delle persone che guardavano tutto ciò che avevano di più caro al mondo, distrutto, un’esperienza forte. Mi piacerebbe raccontare il lavoro che svolgiamo con tanta dedizione. Ci sono tante serie tv, ma posso garantire che la realtà è decisamente più dura. Ci sono avvenimenti che sconvolgono e segnano anche noi».

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