Vigile del fuoco e attore di cinema e teatro. Al centro un unico denominatore: la passione. Marco Aceti, 39 anni, di Ciampino, riesce a coniugare il lavoro di pompiere, il primo amore «iniziato un po’ per caso», e il set, sogno di quando era bambino. Si è fatto apprezzare dal grande pubblico con “Notte prima degli esami”, poi il salto, da protagonista, con “Lettera H” di Dario Germani, su uno dei più grandi casi di cronaca degli ultimi decenni, la storia del mostro di Firenze. Di recente, un film horror “La casa del sabba”, e, in teatro, “Le regole del gioco”. Adesso si racconta a “Il Messaggero”, mettendosi a nudo.
Cosa hanno in comune il lavoro di vigile del fuoco e quello di attore? «Sicuramente - dice Aceti - si nutrono di emozione ed adrenalina. Il lavoro da vigile del fuoco mi ha dato modo, purtroppo, di vivere tante situazioni drammatiche, giorni duri, dove ho visto persone morire, e giorni in cui sono tornato a casa fiero di aver salvato vite. Tutto questo mi è stato utile quando ho interpretato scene violente, come in “Lettera H”: sapevo quali sono le emozioni che si provano in una certe situazioni».
Lascerebbe il lavoro per fare solo l’attore? «Recitare è sempre stato il mio sogno.