Caso Manzù, il ministero dei Beni Culturali contrario al trasferimento della salma

Lo scultore Giacomo Manzù
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Sabato 29 Giugno 2019, 10:11
Ora anche il ministero dei Beni Culturali fa marcia indietro e vuole vederci chiaro sulla richiesta di trasferimento della salma dello scultore Giacomo Manzù, definito “il Michelangelo del ventesimo secolo” e sepolto da 27 anni nel giardino del museo che porta il suo nome, ad Ardea. I figli dell’artista, scomparso nel 1991 a 83 anni, hanno presentato richiesta di traslazione delle spoglie per avviarle alla cremazione a San Benedetto del Tronto e tumulare le ceneri nella villa di famiglia, nel territorio comunale di Aprilia su quel “colle Manzù” dove lo scultore ha vissuto per trent’anni insieme alla moglie Inge, scomparsa un anno fa.

Il museo è di proprietà dello Stato dal 1979 e per portare via la salma gli eredi Manzù hanno già ottenuto il nulla osta da parte del ministero. Ma ora potrebbe esserci un ripensamento. Mentre sono tutti d’accordo sul valore artistico di Manzù, tanto che dal prossimo 5 luglio alcune opere entreranno ufficialmente nella collezione della presidenza della Repubblica al Quirinale, a dividere è il destino delle spoglie dello scultore. Il sindaco del Movimento cinque stelle Mario Savarese e una delegazione di cittadini riuniti nel “Comitato pace per Manzù” sono stati ricevuti nei giorni scorsi dal capo segreteria del ministro Alberto Bonisoli: l’obiettivo era dimostrare che Giacomo Manzù voleva essere sepolto ad Ardea, nel luogo dove riposa dal 1992, e che quella traslazione sarebbe una forzatura non solo dal punto di vista legale, ma anche e soprattutto morale e culturale.
A sostegno di questa tesi è stata presentata una documentazione corposa, fatta di libri, di articoli con interviste allo scultore e il testamento, considerato “dubbio” dal comitato. Il ministero ha affidato all’avvocatura generale dello Stato tutte le carte affinché esprima un parere sulla legittimità del trasferimento della salma. Ma bisogna fare presto: la riesumazione è stata fissata per l’8 luglio, giorno previsto per l’apertura della tomba. Non solo. Oltre a mantenere presso il museo la salma dello scultore, l’idea dei cittadini e dell’amministrazione comunale di Ardea è quella di avviare un progetto di valorizzazione dell’area espositiva per far crescere il numero dei visitatori e scongiurare ogni ipotesi di chiusura del museo, attualmente non prevista – anzi il polo museale del Lazio ha investito oltre un milione e mezzo di euro sulla raccolta Manzù di Ardea – ma che non è da escludere nei prossimi anni.
A breve il ministro dovrà rispondere anche a una interrogazione in parlamento sul caso Manzù, presentata dal senatore del Partito democratico Bruno Astorre, nella quale si sollecita il dicastero a fare chiarezza e di «individuare le procedure miranti allo svolgimento di analisi e perizia dei documenti del celebre artista al fine di certificarne l’autenticità». La “palla” ora passa al Comune di Ardea, che dovrà esprimersi sulla richiesta di cremazione dei resti di Giacomo Manzù presentata dai figli Giulia e Mileto e il successivo trasferimento a colle Manzù, e al Comune di Aprilia che dovrà concedere o negare il nulla osta a ospitare le ceneri sul proprio territorio.
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