Incendio ad Ardea, nube tossica visibile da Roma: allerta diossina. «Attenzione a quello che mangiate»

Il pm apre un'indagine: a fuoco copertoni vecchi e rifiuti di vario genere

Incendio ad Ardea, nube tossica visibile da Roma: allerta diossina. «Attenzione a quello che mangiate»
di Mario Landi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Aprile 2024, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 20:58

È di circa 5mila metri quadrati l'area della discarica abusiva nella quale, nella notte ad Ardea, è divampato un incendio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, dopo una richiesta di intervento arrivata al 112, e i vigili del fuoco. Sul caso indagano i militari della compagnia di Anzio. La nube tossica è arrivata su Roma.

L'INCHIESTA

La Procura di Velletri aprirà un fascicolo di indagine. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Giancarlo Amato, sono in attesa delle informative da parte dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine intervenute. Il procedimento sarà avviato per il reato di incendio e poi verrà deciso, alla luce delle risultanze investigative, se procedere per la fattispecie dolosa o colposa. L'incendio è divampato intorno alle 5 in via Montagnano. Lo riferiscono i vigili del fuoco, intervenuti sul posto con carabinieri e personale dell'Arpa. A quanto riferito dai pompieri, nella discarica sono presenti principalmente vecchi pneumatici e materiali di vario genere.

Da chiarire le cause del rogo.

 

LA DIOSSINA

Una eventuale diffusione di diossina nell'aria causata dall'incendio presso la discarica abusiva di Ardea determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) lanciando l'allarme su potenziali conseguenze per la popolazione locale. «La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla Iarc come cancerogeno certo per l'uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino. - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - Il rischio aereo della diossina è limitato all'area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l'esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l'uomo si ciba. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell'uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell'abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l'inquinante tossico».

Ciampino incendio, scatta l'allarme diossina: «123 volte oltre i limiti»

«La via aerea di esposizione è invece limitata alla zona dell'incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera. - spiega ancora Miani - Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti e furani possono liberarsi da un rogo di rifiuti e su questo le autorità dovranno monitorare aria, suolo e acque per comprendere quali e quanti inquinanti hanno interessato l'incendio». La Società Italiana di Medicina Ambientale consiglia quindi di evitare, in attesa di analisi e dati certi, di mangiare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti la discarica di Ardea e carni di animali allevati nelle stesse aree. Bene evitare contatto diretto con i fumi tossici che possono contenere anche altre sostanze irritanti per le vie respiratorie e le mucose esposte. Incendio in discarica abusiva vicino Roma

© RIPRODUZIONE RISERVATA