«Stavano cercando dei documenti - afferma Giacomelli - probabilmente pensavano di poter prendere carte riguardanti la nostra azione nei processi sulla malavita organizzata a Roma. A parte una tv presente nella sala dove sono entrati, non hanno infatti toccato nulla, si sono subito diretti nell'ufficio principale, dove abbiamo trovato una grande confusione e i cassetti delle scrivanie aperti. Questo è l'aspetto più inquietante. La nostra associazione è impegnata in diverse attività - continua l'avvocato - tra le principali c'è quella per la legalità. Gestiamo Sportelli Antiracket e Antiusura in alcune città per fornire un aiuto ai cittadini, stiamo partecipando a diversi processi in cui assistiamo vittime di usura ed estorsione. Preferiamo pensare ad un furto andato
storto grazie all'intervento del sistema di allarme, ma temiamo possa essere stato un atto intimidatorio. La criminalità organizzata a Roma è diventata sempre più aggressiva, la pervasività delle nuove mafie nel tessuto capitolino sta crescendo in maniera vertiginosa, ma quanto accaduto non ci fermerà».
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