La sveglia alle 5 per andare a lezione, a Campo Leone, dal chitarrista senegalese Peace Diouf. «Sembrava di vivere nel film Karate Kid, è stato il mio mentore, era molto severo, c'è stato l'imprinting». Le incursioni, da bambino durante le lezioni di pianoforte del fratello. «Alla fine l'insegnante stremato disse alla mia famiglia che era meglio iniziassi a studiare anche io». I primi accordi li ha suonati sulla chitarra di papà Luigi, vice brigadiere dei carabinieri a Pomezia. «Era una vecchio Eko». Con i due fratelli Emanuele e Antonio aveva creato la band Pipoka e suonava a qualche sagra. L'America, Daniele Truocchio, 29 anni, non l'ha mai sognata in realtà. «Volevo fare il chitarrista turnista, suonare nei jazz club».
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A dicembre, dalla sua stanza di Torvaianica dove è cresciuto, lavorava alle musiche di Legacies prodotto dai giganti Cbs e Warner Bros, affiancando il compositore Michael Suby.
IL VIAGGIO
Da Torvaianica a Los Angeles, con il sostegno di mamma Ursula, ma come ha fatto? «Non lo so neanche io». Sorride, dà uno sguardo alle ultime e-mail di lavoro ricevute, dietro di lui l'immagine di padre Pio e le foto della laurea al Berklee College of Music consegnata da Lionel Richie. Dice di non sapere come ha fatto a catapultare la sua vita tra gli Studios di Hollywood, ma dal suo racconto il segreto viene subito fuori. Daniele è un bravo ragazzo, con una grande passione, appoggiato dalla famiglia «che resta sempre con i piedi per terra». La svolta avvenne, sostenuto dal suo Miyagi-san Diouf, all'Umbria Jazz Festival del 2013 dove vinse una borsa di studio per Berklee. «Ma i soldi non bastavano: mi dicevano, come farai a mantenerti a Berklee? Servivano migliaia di dollari».
Daniele ha vinto un'altra borsa di studio a Parigi, poi ha iniziato a inviare migliaia di mail. Ha lanciato anche una campagna di crowdfunding, poi è arrivato quel contatto speciale. «Ho trovato una famiglia di Boston, Boy Scout anche loro come noi da sempre, disposta a ospitarmi». Ha firmato la colonna sonora a quattro mani con Suby (tra l'altro il suo primo datore di lavoro a Los Angeles) del documentario The Relentless One diretto da M. Douglas Silverstein, vincitore di un Emmy Award. Ha debuttato anche con l'album In between con le musiche del cortometraggio omonimo. Tra le sue più grandi soddisfazioni le musiche di The Essence of Everything, diretto da Daniele Barbiero, vincitore di 17 premi tra cui la miglior colonna sonora al Valle d'Itria Film Festival. «A Berklee ci facevano studiare le musiche di Ennio Morricone, ero davvero fiero di essere italiano». E ora, sognando l'Oscar, non dimentica da dove è partito. Per la home page del suo sito ha scelto il video di lui con la chitarra in spalla: sta partendo da Torvaianica.
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