Roma, incendio Centocelle: il degrado degli autodemolitori, mai spostati fuori dalla città

Il rogo partito dall'area del parco vicina ai rottamatori e che da anni deve essere riqualificato

Roma, incendio Centocelle: il degrado autodemolitori mai spostati fuori dalla città
di Francesco Pacifico
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Domenica 10 Luglio 2022, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 15:54

L’incendio di Centocelle, con la grossa nube nera che ha coperto anche i quartieri centrali, riporta all’attenzione due grandi incompiute della città: il parco di Centocelle, da dove sono partite le fiamme, e soprattutto gli sfasciacarrozze della Togliatti. In entrambi casi si discute del problema e si aspettano soluzioni dagli anni Ottanta. Quello più emblematico riguarda proprio gli autodemolitori, in una vicenda dove si mischiano assieme malaburocrazia, degrado e in alcuni casi anche criminalità: a ridosso del Parco archeologico di Centocelle ci sono circa 40 autodemolitori: di questi la metà è in possesso di vecchie concessioni rilasciate da Regione e Comune (e quindi ha il diritto a essere ricollocato in altre parti della città come previsto da un accordo del 1997), i restanti venti sono totalmente abusivi e dovrebbero essere rimossi. Anche nelle ultime settimane ci sono state riunioni tra il dipartimento della Mobilità del Campidoglio e della Pisana, ma siti alternativi (stando all’intesa del 1997 fuori dal Gra) non sono stati individuati. Fino al 2018 si è andati avanti con delle proroghe, ma in quell’anno l’ex sindaca Virginia Raggi decise di dire basta, chiedendo alla categoria anche adeguamenti ambientali per il rilascio delle autorizzazioni definitive. Un ricorso al Tar degli “smorzi” della Togliatti ribaltò e riaprì tutta la partita. Così si tornò alle proroghe: la Regione ne approvò una di 24 mesi, con la Raggi che la fece impugnare la delibera dal governo. Ma inutilmente, perché la Corte Costituzionale diede ragione alla Pisana. Eppure anche questa normativa regionale, che prevedeva una ricollocazione entro il 2020, non è stata mai applicata.

 

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Di questa vicenda l’altra grande incompiuta è il parco di Centocelle.

Come ha ricordato l’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, «l’incendio si è sviluppato in una zona che in passato ha ospitato campi nomadi e da anni attende essere bonificata, sulla quale abbiamo avviato con i nostri Dipartimenti ambiente e rifiuti un lavoro di pulizia iniziale finalizzata alla successiva caratterizzazione e bonifica», anche per «contrastare chi vuole fermare il lavoro di cambiamento avviato da questa amministrazione».

 

SEPOLCRI E ACQUEDOTTI

Nel polmone verde vicino all’ex aeroporto di Centocelle è presente un patrimonio storico archeologico unico tra resti di età preistoriche, ville romane, sepolcri, mausolei, fino al tratto sotterraneo dell’antico Acquedotto Alessandrino. Invece per anni è stato presente anche un campo rom non autorizzato. Finora sono stati recuperati soltanto 33 ettari su 120 e nonostante i fondi stanziati si attendono da oltre 10 anni l’avvio delle gare per i il cosiddetto “secondo stralcio”, la parte di via degli Angeli, o per la bonifica per i rifiuti abbandonati anche nella zona andata ieri a fuoco e nel Canalone. Senza contare che il punto che ospitava i nomadi era già stato oggetto di un incendio 5 anni fa. Il Campidoglio spera di pubblicare i bandi di gara e far partire i lavori entro l’anno prossimo.

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