Grottaferrata, al voto la città più “ricca” dei Castelli. L'ex sindaco: «Io vittima di una congiura»

L'ex sindaco di Grottaferrata è cessato ex lege dall'incarico dopo le dimissimi dal notaio di none consiglieri
di Tiziano Pompili
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Domenica 30 Gennaio 2022, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 08:50

L’ex sindaco Andreotti che si ricandida, un centrosinistra che pare compatto e un centrodestra tuttora in modalità “stand by”. Lo scenario in vista del voto di Grottaferrata, la città dei Castelli col più alto reddito medio pro-capite, va delineandosi in vista delle elezioni di primavera. Luciano Andreotti, fatto cadere ex lege a novembre scorso, quando nove consiglieri si sono dimessi pesentadosi con determinazione da un notaio, ha intenzione di riprovarci con una coalizione civica diversa da quella che lo portò in Comune nel 2017. «Cercheremo di riprendere il discorso interrotto non per una scelta della città, ma per una “congiura” politica. Vogliamo continuare il progetto civile con le persone che erano assieme a noi nell’ultima parte della consiliatura e con forze nuove. Fare il sindaco in una pandemia non è stato facile: abbiamo commesso errori, ma sono state fatte cose positive. Sentiamo la fiducia e il sostegno di tanti, siamo convinti di vincere di nuovo».

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Il centrosinistra


Ma il vento nella cittadina, guidata da un commissario del Prefetto dopo la caduta di Andreotti, sembra essere “girato” e si respira voglia di cambiare. La novità delle ultime ore arriva dal Centrosinistra che, dopo anni di divisioni, potrebbe presentarsi con una coalizione compatta. «Abbiamo visto che a Grottaferrata un uomo solo al comando non funziona – dice l’ex consigliere civico Fabrizio Mari – Per questo abbiamo redatto una carta dei valori per il rilancio della città che è stata condivisa da diversi esponenti del centrosinistra». Più “scaramanticamente” prudente Silvana Pappaianni, segretaria del Pd locale: «L’auspicio è che, dopo un confronto serrato sui valori e sulle linee programmatiche, si possa arrivare a un accordo che potrebbe coinvolgere ben cinque partiti e cinque liste civiche». Il “patto” potrebbe concretizzarsi con la firma di un documento, anche se al momento non sarebbe stato deciso il nome del candidato sindaco: tra le ipotesi più accreditate quelle di Rita Consoli e di Mirko Di Bernardo, anche se non sono escluse sorprese.
Nel Centrodestra, la situazione è ancora apparentemente “di stallo”: l’unico (e il primo) a esporsi ufficialmente, uscendo allo “scoperto”, è stato Giampiero Fontana, sindaco nel 2014.

La sua candidatura è sostenuta da alcune formazioni civiche, ma non ha fatto “breccia” nelle altre anime del Centrodestra che stanno provando a trovare un’intesa su un altro nome.

L’unione di intenti, però, non sembra facilissima nemmeno tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. «Per quanto riguarda Fi, ancora non siamo riusciti a parlare coi rappresentanti locali, mentre con la Lega abbiamo da tempo un dialogo sul programma di governo – dice Moira Masi, coordinatrice comunale del partito di Giorgia Meloni - Adesso, però, è arrivato il momento di dare risposte ai cittadini: noi abbiamo fatto molti passi indietro ed entro questo fine settimana vorremmo trovare un accordo sul nome del candidato sindaco per una coalizione unita. Nel caso in cui non lo si riuscisse a trovare, siamo pronti anche ad andare da soli». Per Rodolfo Mariotti, coordinatore della Lega, «esiste un’unione di intenti, ma il nome del candidato è una questione che riguarda anche gli organismi sovracomunali che in questo momento sono concentrati sulla politica nazionale. L’ipotesi di un nostro coinvolgimento nella lista di Andreotti? Non è mai stata nemmeno accennata. La nostra volontà è far stare unito il Centrodestra».

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