Roma, dai furti all'usura: le mani dei clan etnici sulla città

Roma, dai furti all'usura: le mani dei clan etnici sulla città
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 22:05
Tante mafie, tante lingue e altrettante specializzazioni. Sotto l'ombra del Cupolone ogni gruppo criminale straniero ha la sua fetta di potere: riciclaggio, droga, armi, racket. I cinesi spiccano per le contraffazioni dall'Esquilino alla Casilina. Filippini: usura, specie a Prati e all'Eur. Georgiani: furti in appartamento, in Centro. Romeni: rapine. Russi: armi. Nigeriani: traffico di droga e prostituzione tra Roma Est e San Lorenzo. La mappa del crimine identifica quartieri e settori. La relazione presentata dalla procura generale all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha segnalato i fenomeni più evidenti. A partire dal caso cinesi. In espansione, non solo nel campo massaggiatrici-prostituzione.

L'ESPANSIONE
«La criminalità cinese, le cui attività non sono più circoscritte al quartiere Esquilino, ma si estendono alle zone Casilina, Tuscolana, Appia e in direzione di Ostia Lido - si specifica - nell'ultimo periodo si è particolarmente distinta nel traffico delle merci provenienti dalla Cina e nell'attività di riciclaggio». L'interesse della criminalità romena, concentrata a Roma Sud ma anche nell'hinterland, «riguarda soprattutto i delitti contro il patrimonio», leggasi furti e rapine, «e la prostituzione, mentre nel narcotraffico l'impiego dei cittadini di Bucarest è generalmente limitato al ruolo di corrieri per conto di organizzazioni albanesi, nigeriane e sudamericane».
La criminalità albanese, si chiarisce, risulta impegnata nello sfruttamento della prostituzione e del traffico di stupefacenti. I gruppi malavitosi nigeriani puntano, invece, a far soldi con la tratta di essere umani, l'immigrazione clandestina, e il traffico di sostanze stupefacenti. Mentre i georgiani, che commettono reati soprattutto in Centro, Prati, Monteverde, ma vivono nei quartieri più periferici, come funamboli sono specializzati nei furti in abitazione alla ricerca di preziosi che vengono subito rivenduti ad una rete di ricettatori, tra cui gioiellieri e compro oro. «Si tratta di criminali - segnalano i giudici - che agiscono in rete con i connazionali in patria e in altre nazioni e che operano con tecniche sofisticate, nell'ambito di un progetto definito». Appunto la razzia negli appartamenti.

I filippini, invece, concentrati ai Parioli e all'Eur, si stanno affermando sempre più su due fronti. Oltre all'usura c'è lo smercio di droga sintetica, nota come Shaboo, i cui proventi vengono riciclati tramite i money transfer. Per mettere un freno ai soldalizi etnici la Dda di Roma ha avviato da tempo una collaborazione con le altre procure, del Lazio ma non solo, che sta portando a retate e sequestri. Nel settore contraffazioni si stanno facendo avanti, mettendo un freno ai cinesi, i bengalesi e i pakistani, ormai stanziali a Tor Pignattara.

I ROGHI ROM
Nel campo delle attività illecite la relazione focalizza l'attenzione anche su rom e campi nomadi, «che - si sottolinea - contribuiscono ad aumentare il degrado in quanto accanto alla raccolta illecita di rifiuti, viene considerato normale il metodo di smaltimento, l'incendio dei rifiuti non utilizzabili». Per droga e armi c'è un interscambio tra gruppi etnici e gruppi romani. «Ma è il mercato della prostituzione che è saldamente gestito da sodalizi stranieri», riporta la relazione. Ognuno con la propria variante. Le organizzazioni nigeriane assoggettano le donne a pesanti vessazioni, spesso attuate dalle maman. I gruppi organizzati dell'Est Europa tengono le donne in condizioni vicine alla schiavitù, mentre le donne che si prostituiscono per gli sfruttatori sudamericani e cinesi conservano invece, di solito, una parte dei proventi.
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