Covid Lazio, D'Amato: «Da luglio si torna in piscina, niente mascherine all'aperto»

Covid Lazio, D'Amato: «Da luglio si torna in piscina, niente mascherine all'aperto»
di Francesco Pacifico
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Venerdì 14 Maggio 2021, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 07:20

«Sono passate appena due ore dall’avvio delle prenotazioni e a Roma siamo già sold-out! Peccato che avessimo soltanto 20mila dosi». L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato è felice e allo stesso tempo sorpreso dal successo dell’open day, le vaccinazioni in 22 hub in orario serale per gli over40, senza dover aspettare la propria fascia d’età. «Lo ammetto: ero scettico, poi ho visto quanto fatto a Rieti e ho cambiato idea. È una modalità più friendly, più giovanile. Per questo ho chiesto al generale Figliuolo di mandarci le fiale di AstraZeneca che non usano le altre Regioni».

Che cosa ha chiesto?

«Sì, ho chiesto al commissario la cortesia di mandarmi 60mila, 80mila anche 100mila dosi in più, che gli altri territori non riescono a somministrare.

E lo ribadisco a maggior ragione adesso: con 80mila dosi per l’open day, avremo svoltato».

Che cosa le è stato risposto?

«Ancora nulla, ma proverà a capire la fattibilità della cosa. Non ha detto di no. Noi non vogliamo danneggiare le altre Regioni, ma l’avvio dell’open day dimostra che il vaccino di AstraZeneca, dopo tante vicissitudini, è reputato sicuro. Per questo non capisco l’atteggiamento dell’Aifa o del commissario Ue Breton: un conto è stigmatizzare i ritardi nelle consegne, un altro farlo passare per un vaccino di serie B».

Zingaretti ha parlato di “fase nuova” nella lotta al Covid.

«Non mi piace parlare di date. Intanto siamo al terzo giorno consecutivo con un crollo nei contagi e il nostro Rt è sceso a 0,88. Abbiamo raggiunto i 2 milioni e mezzo di vaccinati. Se proseguiamo così, entro luglio potremo vedere effetti tangibili. Ma ci devono essere i presupposti, in primis le case farmaceutiche devono garantire le consegne, e il rispetto del le regole».

Che succederà da luglio?

«Il Regno Unito ci insegna che immunizzazione vuol dire crollo dei morti. Ora loro ne hanno 2 o 3 al giorno. Penso che all’aperto si potrà utilizzare meno la mascherina, l’orario del coprifuoco e dei locali slitterà in avanti ma con controlli anti assembramenti, riprenderanno attività sportive come quelle in piscina. Importante poi sarà estendere l’uso del pass vaccinale anche per l’ingresso in Italia. Però non facciamo come la Sardegna: era tornata in zona bianca, poi nessuno ha fatto nulla, ed è rifinita in rossa».

Si faranno altri open day?

«Penso di sì, se avremo le dosi. Ma parliamo dell’utilizzo di un’App, che facilita l’accesso e con tre click ti permette di fissare un appuntamento. Abbiamo scelto una piattaforma molta usata dai giovani anche per organizzarsi le serate. In futuro potremo utilizzarla per le altre prenotazioni dei vaccini».

I giovani sembrano restii.

«Gli altri Paesi, Israele o Gran Bretagna, ci confermano che è più difficile intercettare le fasce d’età meno anziane, che aderiscono spontaneamente. Ma credo che il problema sarà superato con il monodose Johnson&Johnson: un’iniezione a e via e non si rischia di rovinarsi le vacanze».

I sessantenni, invece, non vogliono Astra Zeneca.

«Ma no. Questa fascia d’età registra una copertura del 62 per cento. Il Lazio, poi, non ha problemi con questo vaccino: su 180mila dosi stoccate a maggio, 162mila sono destinate ai richiami». Le prossime tappe? «Domani apriamo gli appuntamenti per i 52 e i 53enni, lunedì notte per la fascia 51-50. Ma entro maggio voglio che si prenotino anche agli over40».

E le minacce di ricorsi al Tar contro il rinvio dei richiami?

«L’allungamento di 14 giorni è previsto nel bugiardino di Pfizer che mi sono riletto. Questo slittamento ci permette di recuperare 100mila slot. La vaccinazione mica si fa con la carta bollata».

Ma lei si è vaccinato?

«Non ancora. Ho 53 anni e aspetto il via alla prenotazione. Ma vorrei fare Johnson: a Roma si dice una botta e via. 

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