Coronavirus Roma, altri netturbini contagiati, il servizio Ama è già in crisi

Coronavirus Roma, altri netturbini contagiati, il servizio Ama è già in crisi
di Francesco Pacifico
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Giovedì 19 Marzo 2020, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 10:39


Secondo dipendente contagiato in Campidoglio. Dopo l'addetta del Dipartimento turismo che lavora in via dei Cerchi, ieri il Campidoglio ha cominicato che una dipendente della Ragioneria di Roma Capitale è risultata positiva al coronavirus Covid-19. A quanto si sa, la donna, assente per motivi di lavoro dal 6 marzo scorso, sarebbe in buone condizioni. Intanto sono state immediatamente disposte la chiusura e la disinfezione degli uffici e il corridoio dove lavora la dipendente e delle stanze contigue. Ma cresce la paura di nuovi contagi in Ama. Quarantott'ore fa si è saputo di un capo operaio 54enne, in servizio a Rocca Cencia, ricoverato allo Spallanzani, e dell'autoisolamento dei due colleghi che erano con lui sul camion per la raccolta dei rifiuti e aspettano l'esito dei tamponi. Ma ieri, sulle chat dei dipendenti si parlava di nuovi casi: sulla Togliatti sarebbero in quarantena precauzionale un' addetta il cui padre è morto dopo aver contratto il coronavirus e una decina di colleghi che lavorano nella stessa zona. Sarebbe in autoisolamento anche un altro lavoratore in zona Centocelle, la cui moglie è risultata positiva al virus.

Dall'azienda non è arrivata nessuna conferma, ma rassicurazioni che sono state prese tutte le precauzioni del caso, compresa la sanificazione di Rocca Cencia. Intanto, nonostante l'assenza di turisti in città e il grosso degli esercizi commerciali chiusi, si registrano dei ritardi nella raccolta dei rifiuti in periferia, soprattutto nella parte Nord e nella parte Est della Capitale. In un vertice di lunedì scorso con i sindacati, i responsabili delle risorse umane delle municipalizzate avrebbero fatto presente che al momento non è disponibile oltre un terzo del personale, non in servizio tra ferie, permessi, congedi parentali o per la 104 e soprattutto per malattie. Come detto, con la città chiusa per coronavirus e la bassa produzione di rifiuti, la situazione al momento regge, al netto dei ritardi nelle periferie, ma la raccolta potrebbe registrare presto dei problemi, mentre i sindacati chiedono un piano preventivo per gestire un'emergenza più estesa di quella attuale.
La sindaca Virginia Raggi ha ringraziato Ama per lavoro di sanificazione straordinaria di 300mila cassonetti di Roma. Dal canto suo la municipalizzata di via Calderon de La Barca rivendica il lavoro fatto e le sedici ordinanze dal 31 gennaio emesse per garantire la sicurezza dei lavoratori, anche se i sindacati lamentano ritardi. In una nota l'azienda ha respinto le accuse, «evidenziando ancora una volta di essersi attivata tempestivamente». Ama, sulle misure prese, segnala «la sanificazione di tutti i mezzi pesanti e leggeri utilizzati per la raccolta dei rifiuti; l'igienizzazione delle officine, dei magazzini, di stabilimenti, impianti, cimiteri e sedi di zona; lo scaglionamento e adeguamento dei turni in entrata e in uscita dalle sedi operative; la fornitura delle dotazioni agli stessi operatori per igienizzare le parti sensibili interne dei mezzi ad attacco e a fine turno». Fino a «razionalizzare anche i servizi base di presidio delle aree territoriali con l'impiego di un solo operatore per veicolo».
Di diversa idea è Alessandro Russo, coordinare della Fp Cgil in Ama: «Non abbiamo ancora ottenuto un cronoprogramma degli interventi di sanificazione e igienizzazione. Le mascherine sono disponibili fino alla fine di marzo, ma in alcune sedi scarseggiano. In smart working sono al momento 400 amministrativi su mille e si è gestito questo processo lentamente. Le sanificazioni sono partite soltanto la scorsa settimana, mentre le igienificazioni dei mezzi tra un turno e l'altro sono a cura dei lavoratori. E qui sorge un altro problema: non ci sono i kit ma ogni capozona, con un budget per lavoratore di 9,99 euro, compra quello che serve. In un primo tempo sono state chiuse le docce perché le vaporizzazioni potevano essere pericolose, poi sono state riaperte solo in alcuni impianti. Intanto non puoi lavarti però non è stato fatto il frazionamento degli accessi nelle zone con il rischio di ritrovarsi 40 persone a timbrare nello stesso momento».

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