“Querele-bavaglio”: solidarietà e sostegno dall'Ordine dei Giornalisti a una cronista del Messaggero

La bellissima Nemi, ai Castelli Romani, è teatro di una vicenda di pressioni su una giornalista
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Sabato 15 Gennaio 2022, 11:38

Il Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, presieduto da Guido D'Ubaldo, vicepresidente Roberto Rossi, Marco Conti e Carlo Picozza tra i consiglieri, ha espresso «solidarietà alla cronista del Messaggero Chiara Rai e a tutti i giornalisti minacciati con querele-bavaglio» sollecitando ancora una volta il Parlamento ad approvare la proposta di legge «contro i procedimenti giudiziari pretestuosi avviati per colpire e condizionare la libertà di informare dei giornalisti e di essere informati dei cittadini». La dura presa di posizione prende spunto da una vicenda apparentemente semplice ma potenzialmente devastante. Chiara Rai, che scrive da anni per il giornale di Roma dall'area dei Castelli, da Bracciano e dalla Cassia Bis, si è occupata anni fa di un imprenditorie di Nemi che ha ricevuto fondi europei facendo presenti alcune apparenti incongruenze. La società ha querelato la giornalista e due magistrati, in due distinti procedimenti, hanno assolto la cronista sotto il profilo penale: a loro giudizio non è stato commesso alcun reato. Ma la società, nonostante la duplice sconfitta in Tribunale, è andata avanti con una richiesta di danni in sede civile, cosa che oggettivamente costituisce una "pressione" su chi si occupa per lavoro di cronaca.

I giornalisti del Lazio, riuniti, hanno esaminato la vicenda e l'hanno giudicata «un perfetto esempio di come, silenziosamente, si tenti di fermare la libertà di stampa». «Contro le querele temerarie - scrive nella nota ufficiale il Consiglio dell'Ordine del Lazio, - attende dal maggio 2019 di essere approvata una proposta di legge.

E non è possibile più perdere altro tempo, come più volte ribadito dalla Fnsi (Federazione nazionale della stampa), dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e da tutte le associazioni impegnate nella difesa dell’Articolo 21 della Costituzione». «La collega Chiara Rai - si aggiunge - è stata querelata due volte per diffamazione e per due volte il Pm della Procura di Velletri ha richiesto l’archiviazione. Col nuovo anno le hanno notificato anche la terza querela, sempre presentata dallo stesso soggetto. È stata poi citata con un decreto d’urgenza in sede civile che chiede 100 mila euro di danni per diffamazione e la cancellazione tutti gli articoli. Il giudice civile non ha concesso in quella sede né la cancellazione degli articoli né il risarcimento. Ma ritenendo che la giornalista avesse superato una certa continenza nella narrazione dei fatti, l’ha condannata a pagare la spese legali. Il Giudice civile ha scritto nell’ordinanza che i fatti narrati da Chiara Rai corrispondono a verità». Giorni fa si è tenuta l’udienza sul reclamo che la giornalista ha presentato avverso questa ordinanza civile che la condanna a pagare migliaia di euro di spese legali. Nei prossimi giorni si dovrebbe conoscere l’esito dell’udienza.

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