Anzio, tombe dei Volsci riaffiorano nel terreno privato: la scoperta degli archeologi

Anzio, tombe dei Volsci riaffiorano nel terreno privato: la scoperta degli archeologi
di Antonella Mosca
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Sabato 28 Agosto 2021, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 11:25

Sepolture arcaiche, con scheletri e corredo, forse riconducibili ai Volsci - antichi abitanti dell'Anzio preromana - situati nei pressi di quello che sembra un insediamento anch'esso arcaico, a cui si sovrappongono resti di epoca romana repubblicana come condotte idriche, basi di silos, una fornace e una struttura rettangolare annessa: la piccola area archeologica stratificata nei secoli è emersa durante alcuni scavi di archeologia preventiva in via del Teatro Romano, nel quartiere S. Teresa della città. Scavi commissionati dai proprietari del terreno, come prevede il dlgs 50/2016, e supervisionati dalla Sabap per le province di Roma e Rieti, la cui responsabile di zona è la dottoressa Gemma Carafa Jacobini. Infatti di recente la Immobiliare S. Teresa srl ha chiesto al Comune di Anzio la licenza edilizia su quel lotto. Lo scavo è quasi ultimato ed è già stata ricoperta l'area dove - in trincea a circa 2 metri di profondità - sono stati rinvenuti i reperti di età arcaica, che potrebbero essere datati fra il VII e V secolo a. C. ma anche, ad un livello più alto, i percorsi delle condotte idriche romane con copertura a cappuccina, più i resti dei silos.

Anzio, tombe dei Volsci riaffiorano nel terreno privato


Invece all'angolo di via del Teatro Romano con via delle Roselle sta proseguendo l'indagine e proprio ieri si è finito di scavare e ripulire l'impianto della piccola fornace, forse usata per realizzare laterizi. Nei sui pressi sono emerse le basi di un edificio rettangolare a blocchi di calcare e tufo giallo che si ipotizza potesse essere un impianto produttivo. La società di archeologia incaricata dello scavo sta documentando scientificamente i siti, le strutture, i reperti rinvenuti in circa due mesi di lavoro in quel lotto di terreno.


LE INDAGINI


All'opera, con una squadra di collaboratori, gli archeologi Cristian D'Ammassa, Angelo Gerardi, Antonio Manna - in costante contatto con la dottoressa Carafa Jacobini - tutti entusiasti di quanto sta emergendo a meno di 200 metri dal Teatro Romano di Anzio.

Le tre tombe, in cui oltre agli scheletri è stata rinvenuta un'olla funeraria in ceramica, sono state rimosse dalla Soprintendenza - con tutte le accortezze scientifiche del caso - dopo i rilievi svolti dall'antropologa Serena Vaccaro ed ora saranno studiate accuratamente dagli esperti. Anche la zona romana viene documentata per successivi studi, dopo che sarà di nuovo ricoperta. Insomma la collina di S. Teresa conferma ancora una volta quanto archeologi e storici hanno sempre detto: il sito è stato luogo di insediamento di popoli Latini, poi dei Volsci e successivamente dei Romani. Ad inizi 900 l'area era ancora coperta di vigneti e terreni agricoli, poi in parte è stata edificata abusivamente - soprattutto a ridosso del Vallo Latino Volsco - e dagli anni 60 lottizzata, malgrado ogni terreno nascondesse resti archeologici. Molte foto, anche aeree, lo testimoniano ma allora non esistevano norme che prescrivessero almeno la documentazione di quanto rimaneva sotto il cemento degli edifici. Invece adesso è d'obbligo l'archeologia preventiva proprio per verificare e documentare, come si sta facendo nello scavo di via del Teatro Romano. Infatti anche a S. Teresa si sta riprendendo a costruire, poiché il Piano Regolatore varato dalla giunta De Angelis un decennio fa ha praticamente reso edificabile tutto il territorio cittadino. Chissà se una volta avuto il permesso di costruire, la proprietà potrebbe fare un gesto di liberalità verso la città lasciando a vista la piccola area archeologica e curando la sua manutenzione.

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