Agenzia antiriciclaggio Ue all'Eur, per Roma giro d’affari da 300 milioni di euro

A beneficiarne gli studi professionali, oltre a bar, ristoranti e hotel in zona Eur

Agenzia antiriciclaggio Ue all'Eur, per Roma giro d’affari da 300 milioni di euro
di Francesco Pacifico
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Sabato 9 Luglio 2022, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 14:03

Si deciderà a inizio del 2023 se l’Amla, la futura autorità antiriciclaggio della Ue, arriverà all’Eur o meno. Ma nella Capitale già si fanno i primi calcoli sia sull’impatto economico di questa candidatura che sulla valenza che avrebbe l’attribuzione. Ieri il presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha sottolineato: «Molto importanti saranno i compiti di impulso e coordinamento della nuova Autorità europea antiriciclaggio che avrà competenze anche sulle cripto valute che debbono divenire tracciabili: l’Italia merita di ospitarne la sede per l’impegno per la legalità e per carenza in Italia di altre istituzioni finanziarie europee».

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Dal punto di vista economico, poi, i numeri sono importanti. Soltanto la cosiddetta industria della consulenza - avvocati, notai, commercialisti - potrebbe registrare a regime un giro d’affari da 150 milioni di euro. Dieci volte più di adesso. Poi arriveranno 450 tra dipendenti e funzionari, da ospitare nelle ex Torri del ministero delle Finanze: in maggioranza straniera e che con figli al seguito possono anche far raddoppiare il numero degli expat. «Tutti - spiega Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari - con una capacita di spesa di almeno 2mila euro procapite, da destinare ad affitti, ristoranti, bar, divertimenti, scuole internazionali».

Oltre 20 milioni di euro, soltanto per questa voce. 

LE PRESENZE

Senza dimenticare il capitolo “visitatori”. Erano anni diversi e lo smart working non era diffuso come oggi, ma nel 2017 - quando Milano era in corsa per l’Ema, l’agenzia del farmaco - l’università Bocconi stimò che l’esercito di esperti, funzionari e imprenditori che andavano a pernottare in città per riunioni e convegni avrebbe creato un ulteriore indotto di 25 milioni di euro. Per la cronaca l’Ema, poi finita ad Amsterdam, all’epoca valeva già 900 dipendenti e 36mila visite all’anno. Poi c’è l’Eur, quartiere scelto dal Campidoglio per ospitare l’Amla e che già adesso vive un percorso di riqualificazione, dove i principali attori (Eur Spa e Cdp, proprietaria delle Torri) e il Comune stanno portando avanti progetti di rilancio su asset pubblici o privati, che superano i 100 milioni di euro. «Già oggi questo quartiere - aggiunge Breglia - è quotato per le sue metrature quasi come in Centro. Con l’arrivo dell’autorità e lo sviluppo di questi progetti può far superare gli attuali valori metro quadro». Anche perché con l’Amla l’Eur diventerebbe a tutti gli effetti uno dei famosi centri direzionali d’Europa.
L’arrivo a Roma dell’organismo antiriciclaggio potrebbe portare un indotto di almeno 300 milioni. Ma è una valutazione minimale, perché con il passare degli anni, l’Amla è destinata a rafforzare il budget e il personale, con la possibilità che si creino ulteriori occasioni di business: nuovi hotel e ristoranti, società informatiche per la gestione dei dati o l’apertura di sedi di banche straniere. Come detto, i maggiori cascami a oggi ipotizzabili riguardano l’industria della consulenza. Spiega l’avvocato Valerio Vallefuoco, giurista e alla testa di uno dei massimi studi legali nel campo dell’antiriciclaggio, che si è appena alleato con la law firm Belluzzo international and Partners: «Non c’è ancora il regolamento, ma l’Amla avrà sia il compito di supervisionare e di armonizzare le varie normative sia poteri sanzionatori sulle realtà finanziarie sotto la sua vigilanza. Questo vuol dire anche contenzioso e comporta per le law firm l’esigenza di aprire sedi a Roma o di trovare in loco suoi corrispondenti. E non è poco, se pensiamo che nei due o tre anni la metà dei grandi studi ha chiuso le proprie sedi o ridimensionato le attività nella Capitale. Ci sono le condizioni per allargare il giro d’affari di almeno dieci volte».

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IL BOOM DI CASI

Roma è già un polo nazionale per l’antiriciclaggio: la seconda sezione del suo tribunale è l’unica competente su questi casi. Poi ci sono eccellenze mondiali come l’Unità d’informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia o la Guardia di Finanza, che potranno fornire competenze alla futura autorità. Proprio l’ufficio cooperazione della Uif sta portando avanti dei modelli organizzativi per facilitare l’avviamento dell’Amla. In quest’ottica un ruolo lo avrà sicuramente il Notariato italiano, che entro l’anno creerà una datawarehouse con tutti gli atti elaborati. «Spesso è solo mettendo in relazione atti diversi che si possono scoprire intenti criminosi - spiega il nuovo presidente dell’Ordine, Giulio Biino - Dai notai arrivano il 91 per cento delle segnalazioni all’antiriciclaggio. E con l’Amla a Roma possiamo essere un’interfaccia importante tra le istituzioni e le aziende e i cittadini».

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