Antiriciclaggio Ue, la corsa di Roma: «L’Agenzia all’Eur». In lizza Berlino e Varsavia

Dossier in Campidoglio curato dall’ex procuratore di Milano, Francesco Greco

Antiriciclaggio Ue, la corsa di Roma: «L’Agenzia all’Eur». In lizza Berlino e Varsavia
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 14:02

C’è la sede, un’ala delle Torri dell’Eur progettate da Cesare Ligini negli anni Sessanta. E soprattutto c’è un primo e informale avallo del governo alla candidatura di Roma. Dopo l’estate partirà ufficialmente la corsa della Capitale per ospitare la futura sede dell’autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro, l’Amla (Authority for Anti-Money Laundering and Countering the Financing of Terrorism). Una partita dove la Città eterna giocherà contro Berlino e Varsavia, mentre in Italia si sono dette interessate nel corso degli ultimi mesi anche Milano, Napoli e Torino. Ma se ne riparlerà dopo l’estate, perché la Ue non prima di settembre presenterà le regole d’ingaggio e il bando per i Paesi interessati ad accogliere gli oltre 400 funzionari europei che coordineranno le politiche e le azioni comunitarie contro la ricettazione e il reimpiego dei proventi di azioni criminose. 

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IL DOSSIER

In Campidoglio il dossier è curato dal direttore generale, Paolo Aielli, con un consulente d’eccezione come l’ex procuratore capo di Milano, Francesco Greco. E, in attesa del regolamento da parte della Ue, il documento di candidatura è stato quasi ultimato, seguendo il modello utilizzato da Milano per la corsa alla sede dell’Ema, l’agenzia del farmaco, vinta da Amsterdam al sorteggio e tra non poche polemiche.

Al riguardo la Ue, per casi simili in futuro, si appresta a eliminare il sistema del sorteggio. Nel testo viene innanzitutto indicata la sede: uno dei blocchi inferiori delle Torri dell’Eur, lungo e largo, capace di garantire almeno 10 metri quadri a ognuno dei 400 addetti della prossima authority. In più questo stabile offre sul fronte delle certificazioni il massimo livello in campo energetico e sui fronti del cablaggio, della sicurezza e dell’isolamento sonoro.

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Sì, perché i Paesi che concorrono per ospitare una sede della Ue, devono in primo luogo garantire la massima vivibilità per il personale. In quest’ottica Roma sottolinea che l’Eur è a quindici minuti di auto dall’aeroporto di Fiumicino e a mezz’ora dalla stazione ferroviaria di Termini, può contare su linee in gomma e due in ferro (la Metro B e la Roma Lido), è dotata di scuole all’avanguardia per cittadini stranieri, offre opportunità d’affitto in zone amene come Casalpalocco, c’è una tradizione di ristoranti e di bar, perché stiamo sempre parlando di uno dei primi esempi di quartiere direzionale in Europa.

LA TRADIZIONE

Senza dimenticare che tutta questa zona è al centro di un’opera più generale di riqualificazione portata avanti da Eur Spa (il Laghetto, il Palazzo dei Congressi, l’ex Velodromo...) con investimenti già stabiliti. In più il Campidoglio sarebbe pronto a venire incontro alle Ue e ad accollarsi una parte dei costi per la riqualificazione dello stabile di proprietà di Cassa depositi e prestiti. Ma è su ben altro che l’Italia punta per battere la concorrenza di Berlino o Varsavia. Roma deve ospitare l’Amla perché il Belpaese è quello che può vantare la migliore legislazione antiriciclaggio in Europa. Di più, ha fatto da apripista su alcuni strumenti normativi e modalità di controllo e prevenzione sul fronte della tracciabilità bancaria o sugli obblighi di “comunicazioni oggettive” nell’ambito di possibili situazioni sospette, riferibili a operazioni in contanti e attraverso altri canali. Eppoi siamo l’unica nazione al mondo ad avere una polizia finanziaria, la Guarda di finanza, e vantiamo un organismo all’avanguardia come l’Uif della Banca d’Italia (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia), che ha compiti anche nel contrasto del finanziamento ai movimenti terroristici. Non a caso, tra i primi a candidare l’Italia per questo organismo è stata l’Abi, l’associazione bancaria italiana.

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Sì, perché l’Amla avrà tra i suoi poteri quelli di vigilanza e di indagine sulle realtà obbligate alla trasparenza con la facoltà di elevare sanzioni amministrative e penali pecuniarie. Coordinerà le unità nazionali come l’Uif per uniformare gli standard di trattamento dei dati e l’efficacia delle prescrizioni. E in quest’ottica più di una mano al nuovo soggetto possono darla sia Direzione nazionale antimafia sia la Banca d’Italia, che in una prima fase fornirà anche personale. 

Va da sé che in questa competizione la bontà della candidatura della singola città è determinante, ma non decisiva. Come dimostra il caso dell’Ema, la Ue prende queste decisioni dopo un confronto con gli Stati membri. Al riguardo gli sherpa del Campidoglio avrebbero già avuto le prime rassicurazioni dal Mef e dal ministero degli Esteri che il governo punterà su Roma. Ora si aspetta soltanto il regolamento della Ue, mentre la scelta dovrebbe arrivare già nel gennaio del 2023.

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