Vincenzo Vallante, così il boss castigava i pusher indisciplinati: «Ho le mani rotte perché ho punito Simone»

Vallante domina Tor Bella Monaca. Il gip: decide chi deve essere picchiato e, soprattutto, non ha pietà

Vincenzo Vallante, così il boss castigava i pusher indisciplinati: «Ho le mani rotte perché ho punito Simone»
di Alessia Marani
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 08:42

Il gruppo non accetta sgarri o sovrapposizioni ed è pronto a intervenire con una punizione esemplare. Coi «marocchini» poi, che non si devono permettere di alzare la testa «a casa nostra», la rabbia di Vallante & Co. arriva al culmine. Vincenzo Vallante, scrive il gip nell’ordinanza di custodia in carcere, decide chi deve essere picchiato, impartisce gli ordini anche quando si trova ai domiciliari e, soprattutto, non ha pietà. Ne sa qualcosa Simone De Valeri pusher colpevole di avere lasciato scoperto il “luogo di lavoro” nella piazza di spaccio delle “Palme”. 

IL PENTITO

È l’estate del 2018 e i sodali Vincenzo Vallante e Pietro Longo in vacanza in Spagna vengono a sapere della sua cattiva condotta. Quando Naruto (Vallante) torna a Torbella la prima cosa che fa è andare da lui. Il boss è fuori di sé, lo pesta di botte e lo scaraventa giù dal balcone, facendolo schiantare sul tetto di un furgone. Simone non va in ospedale per non destare sospetti. A un amico al telefono Naruto racconta: «A fra’.. calcola che c’ho tutte le mani rotte perché ho ammazzato a Simone...». Di Vallante «hanno tutti paura», spiega il collaboratore Perazzoni. Il quale racconta il terrore di pusher e vedette che non potevano assentarsi nemmeno per andare in bagno: «Io stesso provvedevo a fare i miei bisogni in una bottiglietta». Prima di «licenziarsi», fu affrontato dal boss. «Mi ha sferrato alcuni pugni in faccia ma non sono andato in ospedale perché non potevo lasciare la piazza». La piazza “delle Palme”, la prima quando si arriva a Tor Bella Monaca, è piena di clienti in attesa, ma Oskar Jagodzinski non si vede ad attaccare il turno.

Perazzoni viene chiamato a sostituirlo. Poi a fine giornata vedrà il giovane “collega” appoggiato a un muretto, che non si regge in piedi per le percosse subite. Su un altro pusher Vallante si scaglia a colpi di casco. Botte anche a tale Sonny, acquirente che si sente truffato per non avere ricevuto la quantità esatta di coca. Nei confronti di un debitore, Vallante e Longo palesano la volontà di sequestrarne la compagna.

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«So dove lavora, so ando abita, me la sequestro... finché non mi porta i soldi il tu’ ragazzo non te manno a casa». La rabbia di Vallante è inaudita quando nel settembre del 2021 vuole vendicare l’affronto subito da alcuni maghrebini che si sono presentati armati nella sua piazza. Prima li prende a sprangate poi il giorno dopo pianifica la spedizione punitiva a colpi di pistola in via dell’Archeologia. «Il marocchino che alza la testa, che viene a fa’ il coatto vicino a me che pensi che dopo io me tengo, io non te faccio più usci’ de casa», dice a Luca Ciccora colpevole di avere introdotto gli stranieri al “lavoro”. «Nn è la prima volta che famo discussioni, so’ anni che che non le famo più , per arriva’ dove semo arrivati ne avemo fatte di discussioni», dice certificando, che il dominio a Torbella è dato dalla forza. 

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