Rifiuti Roma, i fantasmi della Tari: la tassa sulla spazzatura evasa da 150mila cittadini

L’esercito di chi non ha mai chiesto ad Ama di attivare l’utenza sulla propria casa

Rifiuti Roma, i fantasmi della Tari: la tassa sulla spazzatura evasa da 150mila cittadini
di Francesco Pacifico
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Lunedì 3 Luglio 2023, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 08:48

Vivono e operano a Roma da anni ma sono sconosciuti all’Ama. Quindi non pagano la Tari e, soprattutto se risiedono in zone dove c’è la raccolta porta a porta, non sanno dove mettere i loro rifiuti. Un esercito - ma stime ufficiali o aggiornate non ce sono - di almeno 150mila fantasmi. Centomila utenze fantasma, per la precisione. Nicola Franco, presidente del VI Municipio, racconta che lo scorso anno ha «fatto un sopralluogo nelle case popolari del Villaggio Breda, non lontano da Tor Bella Monaca, e nelle villette del quartiere Osa, nei pressi del Prenestino, con un verificatore di Ama e un vigile del Nad. Insieme abbiamo abbiamo lasciato una cartolina nelle buche delle lettere per chiedere ai residenti di comunicarci se la municipalizzata dei rifiuti aveva attivato la loro utenza».

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Risultato? «Il 61 per cento di chi ci ha risposto a Osa e il 43 per cento a Villaggio Breda ci hanno comunicato che l’azienda non era a conoscenza della loro presenza in quella area.

E non c’è soltanto il problema che non gli inviano i bollettini della Tari e quindi non viene riscossa. Ama, infatti, non potenzia neppure i giri di ritiro e aumenta la capienza dei bidoncini del porta a porta in base alla produzione reale della spazzatura. Di conseguenza, queste persone finiscono per buttare la loro immondizia nelle aree limitrofe, dove ci sono ancora i cassonetti su strada - per esempio a Tor Bella Monaca - creando anche più caos e sporcizia».


I NUMERI
Per la cronaca, secondo stime che girano in Ama, soltanto nel VI Municipio ci sono almeno 15mila utenze fantasma. Un numero che in tutta Roma supera le 150mila unità tra famiglie e attività commerciali. Stando alle regole vigenti, i cittadini, dopo aver preso la residenza o il domicilio nel quartiere che hanno scelto, devono comunicare alla municipalizzata di attivare la loro utenza, passaggio necessario anche per il calcolo della Tari in base alla metratura degli immobili. Non tutti lo fanno, con il risultato che - incrociando i database - poi toccherebbe ai Municipi, alla polizia locale e a Aequa Roma - l’ente capitolino che verifica sugli adempimenti dei contribuenti per il corretto pagamento della tassa sui rifiuti - comunicare a via Calderon de La Barca questi fruitori del servizio sconosciuti. Operazione molto complessa tenendo conto che nella Capitale gravitano oltre tre milioni di persone tra residenti, domiciliati e gente che per motivi di lavori vive qui per buona parte della settimana. Al riguardo Franco sottolinea che «dopo aver comunicato ad Ama la presenza delle utenze fantasma a Osa e a Villaggio Breda, non è successo proprio nulla».


C’è da fare i conti con almeno centocinquantamila utenti a Roma che producono spazzatura e che non pagano la Tari, facendo registrare un mancato introito nelle casse capitoline tra i 50 e i 60 milioni di euro. Che vanno aggiunti all’evasione certificata sul tributo - cioè calcolata sulle bollette emesse e non pagate - pari a quasi 150 milioni all’anno. Non a caso l’attuale amministrazione vuole rafforzare le attività di accertamento per recuperare risorse ed evitare l’aumento della Tari.


Intanto a Roma continuano i problemi nella raccolta dei rifiuti, acuiti dal lungo Ponte dei Santi Paolo e Pietro. I maggiori ritardi nei ritiri riguardano i municipi V, VI e XI dove pure sono stati organizzati da Ama in questi giorni giri straordinari per pulire. Al Laurentino38, come riportato da Welcome to Favelas, alcuni cittadini hanno rovesciato i cassoni. Ma le criticità potrebbero ripresentarsi anche questa settimana: la produzione di immondizia in città è molto alta - 180mila tonnellate settimanali soltanto di talquale - anche per la presenza dei turisti, la metà della flotta della municipalizzata è fuori uso, e - se non bastasse - da ieri è entrato in vigore il nuovo accordo sindacale sul lavoro domenicale. Che ha bisogno di essere rodato per garantire nei weekend un numero adeguato di netturbini in strada.
 

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