Tari Roma, bollettini in ritardo: 200mila cittadini dovranno pagare la mora

Nuovi disagi per i cittadini per versare la tassa sui rifiuti: lettere partite a rilento

Tari Roma, bollettini in ritardo: 200mila utenti dovranno pagare la mora
di Francesco Pacifico
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Venerdì 7 Luglio 2023, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 13:05

Al danno di ricevere in ritardo il bollettino della Tari, anche la beffa di risultare morosi e di dover versare la sanzione. Nuova puntata nel caos legato all’emissione dei bollettini per la prima rata della tassa sui rifiuti: da Ama trapela che ad almeno 200mila romani, tra famiglie e imprese, l’avviso arriverà dopo la scadenza per il pagamento (il 31 luglio), con il risultato che gli utenti coinvolti dovranno pure riconoscere la mora.

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Tari, bollettini in ritardo

Si registrano molti disagi quest’anno per versare una delle imposte più odiate dai romani, anche in relazione al livello di raccolta dei rifiuti e di spazzamento nella Capitale.

Nei giorni scorsi, davanti all’ufficio Tari di via Capo d’Africa, si sono verificate lunghe file di utenti, prenotati e non, arrivati nei pressi del Colosseo per chiedere lumi sulle modalità di pagamento, su vecchi accertamenti o sull’attivazione dell’autotutela per le cartelle pazze. Alcuni addetti della municipalizzata sono stati aggrediti dai cittadini: scene che hanno spinto i sindacati a chiedere di rafforzare i sistemi di sicurezza, mentre le opposizioni in Assemblea Capitolina, come il capogruppo della Lega Fabrizio Santori, premono per ottenere uno slittamento della scadenza del 31 luglio. Per la cronaca, Ama ha rafforzato i 14 sportelli Tari, dove si alternano una quarantina di dipendenti per le attività di back e front office: vengono fissati almeno 200 appuntamenti ogni giorno contro i 60 del passato e sono stati potenziati gli stessi servizi presso le sedi di Ostia e della Montagnola. Sono stati anche richiamati dallo smartworking gli addetti, ma al momento non è stato deciso né un allungamento degli orari in via Capo d’Africa né una proroga dei tempi per il versamento. Ipotesi che però restano sul tavolo.

 


CONTO DA UN MILIONE
Da via Calderon de La Barca spiegano che quest’anno le operazioni di invio delle cartelle per la prima rata sono partite un mese dopo, tra maggio e giugno, rispetto a quanto avvenuto nel 2022. Soprattutto, si è deciso di spedire contemporaneamente quasi 1,2 milioni lettere. E di queste 200mila sono raccomandate per le utenze non domestiche. Un invio mastodontico - non a caso si spende oltre un milione di euro in francobolli - non scaglionato come avveniva in passato, anche per gestire al meglio l’accoglienza allo sportello di via Capo d’Africa. Dietro questo slittamento, pare, ci sia il tentativo dell’amministrazione di trasferire tutte le attività di bollettazione dalla municipalizzata ad Aequa Roma, in un più ampio piano di recupero dall’evasione, necessario soprattutto per evitare l’aumento della Tari. Per la cronaca, questo processo si è interrotto e anche quest’anno Ama ha dovuto fare da sola tutte le operazioni del caso, partendo però con oltre un mese di ritardo rispetto al solito. 


Come detto, per nessuna amministrazione è facile imbucare e consegnare in tempi tanto stretti 1,2 milioni di lettere, 200mila delle quali attraverso la raccomandata. Senza contare gli accertamenti per vecchie cartelle non pagate. E viste anche le difficoltà del sistema postale, in Ama danno per scontato che almeno 200mila utenti riceveranno l’avviso oltre la data del 31 luglio. E qui sorge il problema.


La regole in vigore dicono che gli utenti, dopo la consegna, hanno un mese di tempo per pagare le rate della Tari nell’anno in corso e 60 giorni in caso di accertamento sul pregresso. Ma siccome soltanto 200mila avvisi su 1,2 milioni sono stati inviati tramite raccomandata, è quasi impossibile la data della notifica. Di conseguenza, chi riceve la cartella dopo il 31 luglio, diventa suo malgrado moroso e oltre all’ammontare della tassa rischia di dover riconoscere anche la sanzione e gli interessi legali legati al ritardo. Considerando una media di 100 euro per ogni bolletta, i romani rischiano di versare tra il mezzo milione e i 600mila euro in più del dovuto.
Intanto registrano problemi anche quegli utenti che si affidano soltanto al canale digitale: molti utenti segnalano che attraverso il sito internet di Ama non è possibile scaricare il bollettino e il codice Qr per pagare la Tari online. A quanto pare l’azienda non avrebbe terminato di caricare tutti i pdf necessari.
 

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