Alessandro Castellaccio pestato a morte a Tivoli: «Preso a calci come fosse un pallone». Due arresti

Operatore sanitario, aveva 40 anni. Aveva chiesto semplicemente di abbassare il volume della musica

Pestato a morte per aver chiesto di abbassare la musica: due arresti per l'omicidio di Alessandro
di Elena Ceravolo
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 22:46

«Lo colpiva come se tirasse calci ad un pallone quando era a terra, già privo di sensi per un pugno che un altro gli aveva scagliato sul viso con tutta la forza». È uno dei racconti chiave, confermato da altre testimonianze e dalle prove raccolte dai carabinieri, che ieri hanno portato in carcere i due presunti assassini di Alessandro Castellaccio, l’operatore sanitario di quarant’anni morto per il brutale pestaggio avvenuto il 18 giugno davanti ad un bar del centro storico di Tivoli. L’ordinanza di custodia cautelare è scattata per due operai romeni che subito dopo si erano allontanati: Ion V., che ieri ha compiuto 35 anni, e Mircea N., 51, indicato come colui che ha sferrato la terribile raffica di calci: a casa sua i carabinieri hanno sequestrato le scarpe ancora sporche di sangue. Dovranno rispondere di omicidio volontario in concorso.

Alessandro Castellaccio, picchiato a morte da 3 romeni davanti a un bar: calci e pugni anche quando era a terra


LA RICOSTRUZIONE


La scintilla una lite scoppiata qualche secondo prima: la vittima, mentre rientrava a casa, aveva ripreso il gruppo che stava bevendo birra in piazzetta per il volume alto della musica. Ne era nato uno scontro con un altro della comitiva, che sembrava finito lì. E invece i due, vedendo l’amico ferito al volto, sarebbero arrivati come furie su Alessandro in assetto vendicativo. Inutile il tentativo della compagna, arrivata subito, di proteggerlo: dopo il pugno sono arrivati i calci. Niente hanno potuto nemmeno i connazionali romeni: alcuni hanno bloccato il trentacinquenne che aveva assestato il primo colpo micidiale, mentre un altro si è istintivamente steso su Alessandro per cercare di parare l’esplosione di violenza successiva: «Non si fermava – la drammatica ricostruzione - Provavo a coprirlo ma mi arrivavano calci sul dorso e al fianco». 

Alessandro Castellaccio pestato a morte da tre romeni davanti al bar, aveva chiesto: «Potete fare meno rumore?»


Gli investigatori della compagnia di Tivoli, sotto il coordinamento della procura, hanno incastrato tutti i tasselli che hanno portato all’identificazione e alla raccolta delle prove. Non c’erano immagini degli scontri, ma grazie alle telecamere interne al bar è stato possibile vedere chi in quel pomeriggio faceva avanti e indietro dal banco, i vestiti che indossavano e che poi sono stati trovati nelle case dei due arrestati, ma anche consentire ai testimoni di riconoscerli e indicarli. «La misura cautelare – ha sottolineato il procuratore Francesco Menditto - è l’esito dell’immediata ed efficace indagine». Oggi sarà conferito l’incarico per l’autopsia e dopo potranno essere celebrati i funerali di Alessandro Castellaccio.

 

La città si è stretta intorno alla mamma, Daniela Cola, e alla sorella Adele, piegate dal dolore: «Ringraziamo i carabinieri e l’autorità giudiziaria per l’impegno e la celerità – è il loro messaggio -. Rinnoviamo l’invito a quanti hanno visto di portare le loro testimonianze se ancora non l’hanno fatto perché ogni dettaglio è importante per fare giustizia». Si può anche contattare il legale di famiglia (0774 318460/2 o per email avvfabiofrattini@gmail.com). «A quell’ora – sottolinea l’avvocato Fabio Frattini – c’era tanta gente. È una vicenda che merita di essere ricostruita in tutti i particolari. Sia per rafforzare il quadro che per separare la responsabilità di chi ha manifestato quella violenza bestiale da chi ha provato a correre in soccorso di Alessandro». 
 

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