Assolto con formula piena il genetista Giuseppe Novelli, ex rettore dell'università di Roma Tor Vergata, rinviato a giudizio nel 2019 per tentata concussione e istigazione alla corruzione. Caduta già in primo grado, nel marzo 2022, la seconda accusa, per la prima lo scienziato era stato condannato dal tribunale di Roma a un anno e 8 mesi. Ora, in appello, l'assoluzione anche per la presunta tentata concussione. «È la fine di un incubo durato 8 anni», dichiara Novelli intervistato oggi da il Giornale, Libero e Il Tempo.
La vicenda
Novelli ripercorre l'intera vicenda, nata «intorno al 2013 in piena applicazione della cosiddetta legge Gelmini delle università: molti atenei, allora, e in tutt'Italia - spiega - hanno fatto dei regolamenti propri per adattarsi nei concorsi e nei reclutamenti alle nuove normative.
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L'accusa
Due ricercatori però, fra cui Pierpaolo Sileri che sarebbe poi diventato viceministro alla Salute, «fecero ricorso e partì una procedura amministrativa che tra Tar e Consiglio di Stato ha avuto il suo regolare decorso». Ma «nel 2015 i due portarono la vicenda in tribunale», con «un esposto nei confronti del rappresentante dell'ateneo, che ero io». Quindi l'avviso di garanzia, i capi d'imputazione, l'assoluzione da uno e la condanna per l'altro, l'appello e l'assoluzione da tutto.
La difesa
«Sapevo di non aver fatto niente» e «ho sempre avuto fiducia nella magistratura», afferma Novelli. Però ora «rimangono cicatrici», confessa. «I 6 anni in cui ho fatto il rettore», dal 2013 al 2019, «sono stati un pò infangati da accuse brutte». Invece «io di quel periodo sono orgoglioso: ho cambiato molto del sistema universitario che credo rimanga di grande valore, e dico ai giovani di non perdere la fiducia nel proprio avvenire». Novelli guarda avanti. «L'8 aprile organizzerò a Roma, alla Sapienza, il più grande convegno di genetica del mondo, di cui sarò presidente. Verranno i più grandi scienziati a parlare di Dna in Italia e ne sono molto orgoglioso. Giustizia fatta e andiamo avanti così. Adesso - conclude l'ex rettore - le cicatrici guariranno».